Un portavoce dei pirati somali che hanno catturato il cargo ucraino Faina con a bordo armi di vario genere e 33 carri armati ha ribadito che la richiesta di riscatto resta ferma a 20 milioni di dollari. In dichiarazioni rese per telefono dal mercantile sotto sequestro, Sagule Ali ha anche voluto fare una precisazione eetica sulla vicenda: «I veri pirati non siamo noi ma chi trasporta armi nei mari della Somalia». Secondo Ali le trattative con gli armatori proseguono e stanno andando bene. «Non abbiamo ancora concluso ma lo faremo, i proprietari sanno che per riavere la nave dovranno darci 20 milioni di dollari», ha aggiunto. Se il sequestro dovesse davvero concludersi con il pagamento di un riscatto di questa entità, la cifra sborsata sarebbe da record, almeno per quanto riguarda il Golfo di Aden. Cè infine la possibilità di una sorta di alleanza tra pirati e gruppi terroristici di cui si è già parlato proprio in relazione alla Faina e al suo carico di armi e di carri armati. Proprio ieri, tra laltro, un portavoce dei miliziani islamici somali ha espresso solidarietà ai pirati. «Se non otterranno il denaro richiesto, brucino pure il cargo e il suo carico di armi», ha detto. Il portavoce, Mukhtar Robov, ha negato qualsiasi contiguità con i corsari per poi fare una puntualizzazione abbastanza in linea con quanto detto da Sagule Ali.
«Sequestrare una nave è un crimine - ha affermato - ma questo non riguarda quelle navi che trasportano armi destinate ai nemici di Allah». LUnione europea, intanto, comincia a adottare qualche provvedimento concreto e invierà tre fregate, una nave di appoggio e tre arei per proteggere le navi che transitano al largo della Somalia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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