I pistoleri sono stati mandati da altri ragazzi 40 proiettili per vendicare una scazzottata

PUNIZIONE La sparatoria contro i 5 minori sarebbe la reazione per il pestaggio di un coetaneo «intoccabile»

Prima la rissa, due ore dopo la spedizione punitiva. Una svolta imprevista nelle indagini sull’agguato ai cinque ragazzini, feriti solo lievemente nonostante su di loro, lo scorso sabato davanti al Circolo Zanzi, a Secondigliano, si sia abbattuta una pioggia di 40 proiettili. Antefatto del raid, una scazzottata di un paio di ore prima, nel «recinto» del Multibit di Casoria, multicentro alle porte di Napoli: un multisala, una sala bowling, alcuni pub. Una scazzottata tra ragazzi di Secondigliano e della vicina Afragola; luoghi difficili, con gli stessi problemi: camorra, degrado e disoccupazione.
Al sabato sera c’è sempre il pienone nel recinto, un ritrovo per centinaia di ragazzi, che si fermano a chiacchierare, in attesa di andare a mangiare un panino o vedere un film. E qualche volta scoppiano le risse. Sabato scorso è avvenuta a causa di uno sguardo di troppo a una ragazzina. Oltre duecento giovanissimi, in cerchio attorno ai contendenti, hanno assistito allo scontro. Ma c’erano anche altri testimoni che hanno osservato e registrato il match: gli occhi di 35 telecamere, installate dalla security del Multibit. Uno dei ragazzi che ha partecipato alla rissa è stato già identificato e condotto nella caserma di Casoria. Quindici anni, incensurato, nessun problema da parte dei familiari con la giustizia, il ragazzo ha negato di sapere qualcosa dell’agguato avvenuto nel locale. Da escludere, almeno per adesso, che i cinque ragazzini feriti nel circolo fossero tra i partecipanti o comunque presenti alle botte di Casoria.
La polizia ritiene che nella disputa nel recinto del Multibit, abbiano avuto la peggio i ragazzi di Afragola. Da qui, la decisione di far scattare la vendetta nel circolo Zanzi, frequentato abitualmente dai giovanissimi di Secondigliano. Gli investigatori temono in particolar modo per la vita di uno dei protagonisti della rissa: era lui che i killer cercavano, e non avendolo trovato hanno sparato nel mucchio, ferendo i cinque ragazzini. Una giovane vita in pericolo, condannata probabilmente per avere picchiato un coetaneo giudicato «intoccabile» dagli afragolesi. Forse è stato proprio lo sconfitto nella rissa di Casoria a incitare i grandi a preparare la spedizione punitiva. «Non tralasciamo altre piste, tutto è possibile», sostiene un carabiniere.
Intanto, all’alba di ieri, blitz anticamorra ordinato della Dda: 76 presunti appartenenti al potente clan Gionta, attivo a Torre Annunziata (area Vesuviana) sono stati arrestati. Tra questi Gemma Donnarumma, moglie del boss Valentino (condannato all’ergastolo).

Di Aldo Gionta, 36enne figlio del boss Valentino, una lettera che la Dda ha intercettato in uscita dal carcere. Nel pizzino il giovane boss raccomandava al figlio, Valentino jr, di imparare a «sparare con il kalashnikov».

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