I pm di Napoli: ecco i segreti della cupola del pallone

Avviso di chiusura indagini per 48 persone. Oltre a Moggi, Giraudo, Bergamo e Pairetto spuntano gli arbitri Paparesta e Dattilo. Club, coinvolto il Messina del ds Fabiani

I pm di Napoli: ecco i segreti 
della cupola del pallone

Roma - Venticinque pagine per condensare più di tre anni di lavoro investigativo e mettere nero su bianco l’accusa alla «Cupola» del calcio, pronta a falsare trentanove partite del campionato 2004/2005 per favorire la Juventus e gli altri club «alleati al sodalizio». Ma tra le novità dell’avviso di chiusura indagini, spedito ieri dai pm napoletani Giuseppe Narducci e Filippo Beatrice a 48 indagati per l’inchiesta sul calcio sporco, spiccano cinque nomi eccellenti e quindici incontri di calcio che erano rimasti fuori dalle due precedenti informative di reato. E un più consistente coinvolgimento del Messina, indicato come squadra favorita dalla presunta organizzazione in alcuni incontri della stagione 2004/2005, oltre che - insieme alla Reggina - nell’iscrizione al campionato successivo «nonostante l’assenza dei presupposti di carattere finanziario». Elementi di novità raccolti grazie all’esame dei tabulati dei cellulari riconducibili all’ex dg bianconero Luciano Moggi e che erano sfuggiti alle intercettazioni della prima parte dell’inchiesta. Probabile che la prossima mossa dei pm napoletani sia la richiesta di rinvio a giudizio per gran parte dei protagonisti dell’indagine.

I cinque nuovi indagati sono tutti nell’elenco dei 21 che per la Procura di Napoli componevano la «cupola» che, sotto la regia di «Lucianone», avrebbe preordinato i risultati del campionato di calcio. Su loro pende l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla frode sportiva. Sono l’ex diesse del Messina (ora alla Salernitana) Mariano Fabiani, gli arbitri Gianluca Paparesta, Antonio Dattilo e Stefano Cassarà e il guardalinee Marcello Ambrosino ad allungare la lista della presunta organizzazione. Che per la procura partenopea si apre con «Big Luciano» (coinvolti anche nei «nuovi» casi citati nell’avviso di chiusura indagini) e vede indagati l’ex ad juventino Antonio Giraudo, gli allora vicepresidente e segretario della Figc, Innocenzo Mazzini e Francesco Ghirelli, i designatori arbitrali del 2004/2005 Paolo Bergamo e Pier Luigi Pairetto, l’ex presidente Aia Tullio Lanese e l’ex vicesegretario della Can A e B Gennaro Mazzei, gli arbitri Massimo De Santis, Salvatore Racalbuto, Paolo Bertini, Marco Gabriele, Tiziano Pieri, il guardalinee Duccio Baglioni, l’impiegata Figc Maria Grazia Fazi e il giornalista Ignazio Scardina.

Le accuse per quello che i pm Beatrice e Nardini ritengono il «gruppo dirigente» del calcio sporco sono confermate nel loro impianto: condizionare la serie A, intimidire gli «antagonisti del sodalizio», screditarne i nemici (come per i dossier contro Della Valle e Zeman), tutelare gli arbitri amici della Juventus e penalizzare «arbitrariamente» i fischietti che non avevano favorito i bianconeri, anche grazie al «condizionamento» di trasmissioni tv e della giustizia sportiva.

Una rete fondata, secondo gli inquirenti, da Moggi, Giraudo, Mazzini, Bergamo, Pairetto e De Santis. Un gruppo ritenuto capace dai pm napoletani di «controllare e condizionare l’intero sistema del calcio professionistico italiano nell’interesse della Juventus e delle altre società stabilmente o occasionalmente legate all’associazione». Oltre ai nomi, saltano fuori anche molte partite falsate «inedite», sia con ammonizioni pilotate contro le squadre che la domenica successiva avrebbero affrontato la Juve o altri club «protetti», sia preordinando il risultato grazie a designazioni pilotate e a direzioni di gara a senso unico. Su un incontro già «attenzionato» dagli inquirenti come Roma-Juve 1-2 emergono altri dettagli, come la «designazione fraudolenta della terna arbitrale». I nuovi episodi di ammonizioni «dolose» favoriscono la Juventus e in due casi anche il Messina.

Mentre gli arbitraggi ritenuti «aggiustati» avrebbero agevolato, oltre i bianconeri e siciliani, anche Reggina, Lazio, Fiorentina, Sampdoria e Milan. Proprio da questi incontri emergono le presunte responsabilità dei fischietti Paparesta e Dattilo, dell’assistente Ambrosino e di Fabiani.

Con quest’ultimo ritenuto dagli inquirenti impegnato in prima persona nel falsare non solo incontri del club per cui era tesserato, ma anche dei bianconeri torinesi: è coinvolto tra l’altro per Siena-Juventus 0-3, Juventus-Chievo 3-0 e Fiorentina-Bologna 1-0 (partita nel mirino per le «ammonizioni mirate» contro i felsinei che avrebbero poi affrontato la Juve). Dopo la bufera premondiale, un’altra bufera si abbatte sul calcio nostrano in un momento delicato: mancano solo cinque giorni alla «sentenza» di Cardiff sulla candidatura italiana per gli Europei del 2012.

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