I pm studiano le 75 intercettazioni "trovate"

Sotto esame sono le telefonate in cui compaiono Facchetti, Moratti, Galliani, Cellino e altri

Napoli I pm della procura di Napoli Giuseppe Narducci e Stefano Capuano stanno esaminando le 75 telefonate che la difesa dell’ex dg della Juventus Luciano Moggi hanno chiesto di acquisire agli atti del processo di Calciopoli. I magistrati della procura già verso la conclusione dell’udienza di martedì hanno espresso, dopo un rapido e parziale ascolto delle intercettazioni durante una pausa del processo, la loro valutazione, ovvero che tali conversazioni «non spostano alcunchè», come ha dichiarato ai giornalisti Narducci. Per gli inquirenti infatti quelle telefonate - comprese quelle in cui compaiono Facchetti, Moratti, Galliani, Cellino e altri - pur intercettate e registrate non sono state inserite negli atti di indagine e del processo perché ritenute irrilevanti sotto il profilo penale e investigativo.
Gli inquirenti avrebbero già concluso i primi accertamenti su quella che è stata definita dai legali di Moggi come «la madre di tutte le intercettazioni», quella cioè tra Facchetti e Bergamo alla vigilia di un’Inter-Juve nel corso della quale il dirigente nerazzurro avrebbe invitato l’allora designatore a inserire Collina nella griglia degli arbitri con la frase: metti dentro Collina. I magistrati, a quanto si è appreso, avrebbero acquisito già elementi per stabilire che a pronunciare la parola Collina non sarebbe stato Facchetti bensì Bergamo (malgrado la smentita di quest’ultimo).
Per l’udienza del 20 aprile si attende, oltre all’esame della questione intercettazioni, la testimonianza in aula dell’allenatore del Chelsea Carlo Ancelotti. Nel corso delle indagini preliminari Ancelotti fu sentito a proposito di una telefonata tra Leonardo Meani, dirigente del Milan addetto agli arbitri, e l’ex arbitro Collina. Telefonata che si riferiva alla fase finale del campionato poi vinto dalla Lazio la domenica in cui la Juve perse la famosa partita di Perugia sotto il diluvio.

Meani aveva raccontato quanto gli avrebbe riferito Ancelotti, all’epoca allenatore della Juventus, ovvero che Moggi ogni giovedì conosceva già in anticipo l’esito dei sorteggi arbitrali. Ancelotti, spiegò ai pm che di quella conversazione aveva soltanto ricordi molto vaghi.

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