(...) Almeno fino a quando non è stato necessario trovare una sede al comitato organizzatore del Gay Pride. Serviva un locale pubblico, in pieno centro. E siccome non è che le strutture in buono stato e libere abbondino nel patrimonio comunale, si è pensato di fare posto a chi propaganda lorgoglio dei propri gusti sessuali senza troppo badare alla privacy sfrattando il centro dascolto delle forza di polizia inserito nella «Rete antiviolenza». E pazienza se i bimbi dellasilo e quelli che giocano negli adiacenti giardini Luzzati, potranno trovarsi di fronte, magari proprio davanti alla porta del loro asilo o lungo il perimetro dei loro spazi-giochi, manifesti inneggianti alla manifestazione gay.
Le priorità di Tursi sono evidenti. Dal primo febbraio al 30 giugno tutto il resto può attendere. Cè da soddisfare la richiesta datata 18 agosto 2008 con cui il comitato provinciale Arcigay chiedeva al Comune una sede e supporto logistico grazie alla disponibilità di personale amministrativo a lavorare per loro. Non ci sta Lilli Lauro, consigliere comunale della Lista Biasotti, che ha subito presentato una mozione per cercare almeno di mettere qualche paletto. La determinazione dirigenziale con la quale il Comune accontenta gli organizzatori del Gay Pride rischia di far saltare definitivamente un progetto fondamentale per il centro storico genovese e per la sicurezza dei cittadini.
«LInternational Police Association aveva presentato domanda da febbraio 2008 per ottenere quei locali - fa notare Lilli Lauro - Lassessore deve ancora rispondere, nonostante lattività di questa associazione in città sia benemerita e già sperimentata. Per il Gay Pride invece è stata scavalcata anche la precedenza di presentazione delle domande. E i locali sono stati concessi gratuitamente». Il problema è che per il locale di vico Mezzagalera 3 era già pronto un progetto molto interessante. Che andava oltre il Centro di Ascolto delle forze di polizia. «In quella sede dovevano anche essere installate le attrezzature per il monitoraggio attraverso telecamere della zona tra piazza delle Erbe e Sarzano - fa notare Lilli Lauro - Sarebbe diventata una base logistica ad alta tecnologia che avrebbe compreso anche lattuazione concreta del progetto di Città digitale. Nel locale ora assegnato al Gay Pride sarebbe stato posto un server per consentire a chiunque sosti nei soprastanti giardini Luzzati di collegarsi gratuitamente a internet con il proprio computer portatile».
Tutto questo rischia quantomeno un brusco stop. I locali di vico Mezzagalera 3 saranno a disposizione del comitato organizzatore del Gay Pride.
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