Anche Milano raccoglie benefici dalloperato dei poliziotti di quartiere. Da quando tale figura è stata introdotta in città - nel 2002 in via sperimentale assieme ad altri 27 capoluoghi di provincia, «a regime» dal 2006 - i reati sono diminuiti del 10,3 per cento. Dato confortante, per quanto inferiore rispetto ai risultati ottenuti in altri centri italiani (ma comunque migliore della Capitale), diffuso dal Viminale proprio alla vigilia dellincontro di oggi tra il sindaco Letizia Moratti e il viceministro degli Interni, Marco Minniti. Tappa importante, se non decisiva, nello sviluppo di un piano per la sicurezza nelle città metropolitane. Appuntamento cruciale al quale Milano si presenta con un pacchetto di misure concrete, come annunciato negli ultimi giorni dalla stessa Moratti. «Proposte dettate dallemergenza, che non hanno nulla di ideologico», precisa il primo cittadino, che aggiunge: «Per la prima volta si discute di iniziative con lunico obiettivo di aiutare le città ad affrontare problemi reali di degrado e di disagio». La Moratti confida nel vertice di Roma e si augura che «il dibattito avviato possa portare a realizzare rapidamente alcune modifiche normative, di cui abbiamo veramente bisogno».
Riferimento alla richiesta, già inoltrata al governo, di maggiore autonomia davanti ai problemi della criminalità. Nel dettaglio ostacolare la prostituzione sulle strade, vietandola per legge, e colpire il mercato dello sfruttamento a partire da clienti, introducendo sanzioni di natura pecuniaria. Ma non solo: la strategia di Palazzo Marino prevede la lotta allaccattonaggio, specie se svolto impiegando bambini, limpegno per debellare il fenomeno delle truffe alle anziani, quello della violenza sulle donne e un «giro di vite» nei confronti dei graffitari. È stata portata avanti, inoltre, lidea del permesso di soggiorno «a punti» per gli immigrati che si rendono responsabili di reati, fino alla possibile revoca. Presa in considerazione lipotesi dellabolizione di alcune attenuanti per i minori colpevoli di recidiva in atti gravi. Per tutte le circostanze sopra citate, poi, il sindaco Moratti ha chiesto al governo «severità e certezza della pena», convinta della loro funzione di deterrenza. «Soltanto in questo modo - ribadisce - renderemo Milano più vivibile per i cittadini».
Dalla riunione di oggi la città attende dunque risposte fondamentali, sulla scia di quanto stabilito il 20 marzo scorso con la firma del «Patto per la sicurezza» tra il ministro degli Interni Giuliano Amato, e il presidente dellAnci, Leonardo Domenici. In virtù di quellaccordo si è stabilito che saranno siglati protocolli specifici in materia di sicurezza con ognuna delle 12 città metropolitane. Un gruppo di lavoro congiunto tra il governo e gli amministratori dei grandi centri, intanto, sta definendo le innovazioni legislative da apportare, così da fornire ai Comuni i nuovi strumenti, voluti fortemente da sindaci come la Moratti per contrastare il degrado. Per quanto riguarda Milano la partita potrebbe chiudersi entro il mese prossimo, a patto che lesecutivo faccia seguito a tutte le promesse fatte finora.
Attese per certi versi giustificate da altre cifre, quelle relative ai denunciati nel corso dellultimo anno.
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