I popoli e le grandi migrazioni che hanno cambiato il mondo

L’anno scorso con «L’invenzione della guerra» avevano fatto 26mila. Ventiseimila persone che avevano partecipato a una maratona di storia. In piazza, s’intende. Ed ecco che per il 2012, la «Storia in piazza» prova a superare i numeri dell’edizione precedente, con un’altra kermesse questa volta dedicata ai «Popoli in movimento». Quindi, quattro giorni (da oggi al 1° aprile) di incontri, dibattiti, mostre, laboratori, lezioni magistrali, tavole rotonde, serate di spettacolo e giochi collettivi a Palazzo Ducale. Tutti dedicati agli eventi antropologici che hanno fatto la storia. Come le migrazioni, appunto.
«Il tema delle migrazioni viene affrontato con la tesi che nella storia dell’uomo il movimento dei popoli è stato un elemento costante e non un’eccezione - spiega Luca Borzani, presidente della Fondazione Palazzo Ducale e coordinatore della manifestazione alla quale si sono già iscritti 7mila ragazzi delle scuole-. La storia in piazza prova a rileggere questo movimento su un arco temporale molto ampio, facendo un affresco unico in Italia». A differenza delle scorse edizioni, quella di quest’anno allarga enormemente i suoi confini, a partire da Luca Cavalli Sforza che recupera in una dimensione antropologica evolutiva il cammino dell’uomo primitivo dall’Africa verso gli altri continenti. Così come avrà un peso rilevante il Novecento con gli spostamenti in Italia dal Nord est per la bonifica delle paludi pontine, l’esodo istriano-dalmata, la migrazione degli anni 50/60 da Sud a Nord. Sul piano europeo: le deportazioni di popoli nell’Unione Sovietica di Stalin, i dieci milioni di tedeschi passati da est a ovest dopo la secondo guerra mondiale. La deportazione degli armeni, le vicende dei rom e dei sinti. «Le migrazioni sono al centro del dibattito politico, hanno modificato il paesaggio umano delle nostre città - continua Borzani -. C’è una dimensione educativa e di crescita civile in queste giornate». Il fil rouge è il tema della cittadinanza e dei nuovi cittadini, precisa Borzani, accogliendo un invito alla riflessione del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano sulla permanenza ventennale degli immigrati.
«Con questa rassegna compiamo la missione dello storico - aggiunge Donald Sassoon, professore ordinario di Storia europea comparata al Queen Mary College di Londra e curatore della“ Storia in piazza” -: rimettere in questione i luoghi comuni che l’attualità ci ripropone. La gente si sposta perché è obbligata».

Un modo per leggere il passato e capire il futuro, per l’assessore comunale alla cultura Andrea Rainieri, che approfitta del palco del Ducale per dire come la rinuncia alla moschea sia stata la più grande sconfitta sua e di questa amministrazione.
In rassegna, anche la musica con Beppe Gambetta che proporrà un viaggio fra le musiche generate dai movimenti dei popoli.

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