Milano - Da domenica Repubblica ha perso i contatti con il suo inviato in Afghanistan, Daniele Mastrogiacomo. Si teme il rapimento del giornalista che, se rivendicato o confermato, avrebbe due importanti precedenti, entrambi terminati con il rilascio, che per giorni tennero familiari, colleghi e amici con il fiato sospeso.
Clementina Cantoni La sera del 16 maggio 2005 un commando armato sequestrò Clementina Cantoni, 33 anni, collaboratrice dell'organizzazione non governativa "Care International". Cantoni fu rapita a Kabul mentre tornava a casa da una lezione di yoga. Per quel giorno era stato emesso un warning, un avviso di sicurezza rivolto agli occidentali presenti nella capitale afghana, invitati a non uscire di casa. Clementina fu rilasciata nel pomeriggio del 9 giugno, dopo 24 giorni di prigionìa. I dettagli delle trattative che hanno portato al rilascio non sono stati mai precisati. La versione ufficiale del governo afghano è che non ci sono state trattative.
Gabriele Torsello Dopo 23 giorni, finì anche l'incubo del fotoreporter pugliese Gabriele Torsello, sequestrato lo scorso 12 ottobre sul tratto di strada tra Lashkargah e Kandahar, nel Sud dell'Afghanistan. Fu liberato il 3 novembre, dopo che i rapitori avevano contattato il centro di Emergency a Lashkargah indicando che il giornalista era stato liberato e lasciato sulla strada per Kandahar. Soprannominato Kash, Torsello aveva trascorso sette anni in Kashmir, al termine dei quali ha pubblicato "The heart of Kashmir", una raccolta di fotografie che racconta il cuore diviso della regione contesa tra Pakistan e India, teatro da 50 anni di un conflitto che ha provocato migliaia di morti. "Sto bene, grazie Italia", furono le prime parole dette da Torsello al suo arrivo a Ciampino. Il fotoreporter era stato ascoltato dai pm romani Franco Ionta, Erminio Amelio e Pietro Saviotti. Del presunto pagamento di un riscatto, nel colloquio con i magistrati, Torsello non ne aveva parlato, affermando di non esserne a conoscenza. I guerriglieri talebani hanno sempre negato di essere gli autori del suo sequestro.
Maria Grazia Cutuli Diversa sorte toccò invece all'inviata del Corriere della Sera Maria Grazia Cutuli, barbaramente assassinata il 19 novembre 2001 sulla strada che collega Jalabad a Kabul. Con lei, morirono altri tre giornalisti: l'australiano Harry Burton, l'afghano Azizullah Haidari, entrambi corrispondenti della Reuters e lo spagnolo Julio Fuentes di el Mundo. L'auto sulla quale viaggiavano venne bloccata da un gruppo di uomini armati che prima fecero scendere i giornalisti dalla loro auto e poi esplosero contro di loro raffiche di kalashnikov.
I corpi vennero recuperati il giorno successivo. Due dei sospetti assassini verranno poi arrestati, in parte grazie a un video girato da giornalisti filippini, aggrediti sulla stessa strada tra Jalabad e Kabul il giorno prima della strage.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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