da Milano
Per la prima volta nella storia i prezzi del derivato sul grano scambiati sulla borsa di Chicago hanno superato il livello dei 10 dollari a bushel (oltre 27 chili). A spingere al rialzo i prezzi giungono le previsioni di un debole raccolto in Argentina e le stime di un aumento della domanda dai Paesi emergenti. Il contagio sui prezzi degli altri beni agricoli è stato immediato: i fagioli di soia hanno raggiunto il livello massimo degli ultimi 34 anni, il riso ha toccato il nuovo record assoluto, mentre il granoturco il valore più elevato degli ultimi 9 mesi.
Le imprese attive nel settore si stanno già attrezzando: la Kellogg e la Cheerios, produttrici dei cereali per la prima colazione, hanno già annunciato che ritoccheranno al rialzo i prezzi, mentre la Kikkoman il primo produttore giapponese di salsa di soia ha avvertito che aumenterà i prezzi per la prima volta negli ultimi 18 anni.
Il picco raggiunto dai prezzi dei cereali impensierisce gli economisti. Secondo il Financial Times, «è a questo punto inevitabile che si assisterà a una seconda ondata inflazionistica nelle principali economie del pianeta».
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