Ultim'ora
Giorgetti: "Il Pil può arrivare a +0,7%. Faremo meglio delle promesse"
Ultim'ora
Giorgetti: "Il Pil può arrivare a +0,7%. Faremo meglio delle promesse"

I prezzi si raffreddano: la manovra funziona

In comune hanno solo le iniziali. Per il resto, tutto divide India e Irlanda: cultura, tradizioni, gastronomia, religione e, soprattutto, l’economia. Mentre l’elefante indiano vola (un ossimoro che rende bene l’idea), il vero pachiderma è quello irlandese costretto a un faticoso (e oneroso) salvataggio del sistema bancario che appesantisce le già provate casse pubbliche tenendo Dublino sotto il tiro dei mercati.
Il confronto è dunque, inevitabilmente, impietoso. Nel secondo trimestre, il Pil del Paese asiatico ha segnato un balzo dell’8,8% grazie alla forte spinta proveniente dai consumi interni (in particolare dal settore auto e telefonia), ritrovando il passo tenuto fino all’esplodere della crisi internazionale. Solo la Cina ha saputo far di meglio, ma quel che più conta è che con il progredire della ricchezza nazionale sta crescendo anche il grado di benessere pro capite tra gli indiani. Un fenomeno destinato con buona probabilità ad ampliarsi se continuerà la scalata alla classifica delle super potenze economiche mondiali, dove attualmente New Dheli occupa l’undicesima posizione. Tra i pochi dubbi, quello relativo alla tenuta del settore manifatturiero nella seconda metà dell’anno. Potrebbero infatti farsi sentire i colpi della stretta fiscale decisa dalla Reserve Bank of India (Rbi) per raffreddare l’inflazione galoppante, un rischio che - dall’altra parte del mondo - certo non corrono gli Stati Uniti, dove semmai l’incubo è la deflazione. Un pericolo che la Fed, si legge nelle minute della riunione del 10 agosto, considera comunque «molto basso». Come sottolineato di recente dal presidente, Ben Bernanke, ha però perso slancio la ripresa (+1,6% nel secondo trimestre), definita «letargica» nei verbali e destinata a rafforzarsi solo nel 2011.
Ben più critica appare la situazione dell’Irlanda, alle prese con una faticosa ricostruzione economica (-7,1% la contrazione l’anno scorso) e con un forse ancor più complicato recupero di credibilità a livello internazionale. L’ex tigre celtica ha infatti visto schizzare ieri lo spread tra i suoi titoli di Stato a dieci anni e il corrispettivo Bund tedesco a 358 punti base, un livello mai raggiunto dall’introduzione dell’euro nel 1999. Non solo. Il rischio default sul debito del Paese e delle banche ha raggiunto i 352 punti, il livello più alto dal marzo 2009. Movimenti indotti dai rinnovati timori di rischio-Paese e dalle ingenti scadenze di obbligazioni, oltre 25 miliardi di euro in settembre.


A far risalire la tensione ai livelli di guardia ha contribuito anche la notizia che la Anglo Irish Bank, l’istituto più volte aiutato dal governo per evitare la bancarotta, ha accusato nel primo semestre una perdita di 8,2 miliardi a causa di prestiti a rischio. Lo sforzo finanziario di Dublino, finora vicino ai 23 miliardi di euro, sembra non essere ancora finito.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica