Tra i primi gruppi a pubblicare un «Rapporto sull’ambiente»

Riciclaggio per il 77% del materiale non nocivo. Forti risparmi di energia

L’impegno di Ibm nel rispetto dell’ambiente e nel risparmio energetico parte da lontano, da quando nel 1971 elaborò un regolamento interno dedicato all’impatto ambientale. Nel 1990 è stata una delle prime aziende a pubblicare un Rapporto sull'ambiente, sulla sicurezza e sulla salute, un antenato di quello che oggi chiameremmo un rapporto sulla sostenibilità. L’obiettivo di Ibm era creare un codice comportamentale che considerasse le conseguenze dello sviluppo produttivo sull’ambiente.
Ma è stata anche la prima (1997) a conseguire la certificazione di qualità, valida a livello mondiale, Iso 14001. Nell’occasione era stato formulato un testo di regole di condotta, cui tutti i dipendenti dovevano e devono conformarsi (Politica aziendale 139): delle vere linee guida volte al rispetto dell’ambiente in ogni attività svolta dall’azienda stessa, a partire dalla sicurezza del luogo di lavoro. Nel 1993 è quindi arrivata l’eliminazione delle sostanze che contribuiscono ad ampliare il buco dell'ozono, sei anni prima del limite di tempo imposto dalla Commissione statunitense creata appositamente. Dal 1998 a oggi Ibm ha risparmiato 100 milioni di dollari, in termini di energia (elettricità in particolare) e di emissioni di anidride carbonica. Dal 1990 ha ridotto le emissioni di anidride carbonica quasi del 40% e conta di proseguire nel suo impegno riducendo l’uso dell'energia del 12% entro il 2012 (rispetto al 2005). Il gruppo fa anche parte di diverse organizzazioni internazionali legalmente riconosciute e formate da aziende produttrici che, seguendo comportamenti ecologicamente responsabili nella loro attività, contribuiscono a ridurre le emissioni inquinanti. Anche sul fronte del riciclo, Ibm si è sempre impegnata: nel 1992 già riciclava oltre la metà del legno, metallo, carta, vetro e plastica che derivavano dalla sua produzione. Oggi arriva a riciclare il 77% del materiale non-nocivo.

Ha iniziato, inoltre, a realizzare prodotti che si possono scomporre in materiale riciclabile o recuperabile. In pratica, le parti in plastica di computer dismessi da cui si ottiene materia prima per nuovi componenti. Dal 2006 il 28% di tutte le resine plastiche usate da Ibm hanno un contenuto di plastica riciclata.

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