RomaCè crisi, anche nei numeri. Ieri un lungo elenco di dati, analisi, statistiche e «trasposizioni» ha disegnato un quadro poco rassicurante delle prospettive delleconomia italiana nel 2009. Secondo Bankitalia il prodotto interno lordo questanno potrebbe segnare una flessione superiore alle previsioni. La cassa integrazione a febbraio ha segnato un notevole incremento, mentre Confcommercio ha segnalato che i consumi ristagnano. Segnali negativi che richiedono rigore: quello predicato dalla Lega Nord che ha proposto un tetto agli stipendi dei manager delle aziende che beneficeranno delle misure anticrisi.
Bankitalia. La flessione del pil nel 2009 potrebbe arrivare fino al 2,6 per cento, ben oltre il -2% segnalato dal Bollettino economico di Bankitalia a gennaio. Il vicedirettore generale dellistituto, Ignazio Visco, ha messo in evidenza landamento negativo degli ultimi dati Istat. Tenendone «meccanicamente» conto e mantenendo il profilo di graduale ma di continua uscita dalla crisi, ha aggiunto, «si vede come da una caduta del pil del 2% si passi per questanno a una caduta del 2,6 per cento». Le parole di Visco indicavano la necessità di aggiornare i modelli previsionali, giacché fino allanno scorso la stessa Bankitalia riteneva che il 2009 sarebbe stato caratterizzato da una crescita moderata. Per questo motivo nel tardo pomeriggio di ieri via Nazionale ha precisato che «le trasposizioni meccaniche», quelle effettuate da Visco nel corso del suo intervento, «non sono previsioni macroeconomiche» giacché tengono conto solo delleffetto di trascinamento negativo del quarto trimestre 2008 sullanno in corso.
Inps. A febbraio cè stato un boom di ricorsi alla cassa integrazione ordinaria (cig). Nel mese scorso, infatti, sono state autorizzate 25,9 milioni di ore, contro i 3,9 milioni di ore dello stesso mese del 2008, con un incremento del 553,17 per cento. Lo ha reso noto lInps sottolineando che è ripreso il trend negativo di novembre e dicembre, interrottosi a gennaio. Crescita più contenuta per la cassa integrazione straordinaria a 12,8 milioni di ore (+44,8% annuo).
Consumi. Nessun segnale di ripresa anche per i consumi che confermano il permanere di una «fase critica». Confcommercio, attraverso il proprio indicatore, ha segnalato a gennaio una riduzione tendenziale del 4,6% in quantità, dodicesima variazione dal 2008. A pesare sono soprattutto auto e moto (-24,8% annuo), in attesa delleffetto degli incentivi governativi, mentre è ancora ininfluente il rallentamento dellinflazione. A ridursi è soprattutto la domanda di beni (-6,4%), cui si è aggiunta, per il terzo mese consecutivo, una riduzione della domanda per i servizi (-0,3%). Tengono comunicazioni (+4,4%) e ristorazione (+0,3%)
Tetto agli stipendi.
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