WashingtonAlto, perfetto completo grigio, gentilmente distaccato, Giovanni Castellaneta mi accoglie nel suo studio a Whitehaven Street 3000. Due passi dalla Massachusetts avenue, il vialone lungo il quale si affacciano le sedi diplomatiche accreditate a Washington. L'ambasciatore d'Italia in Usa ha accettato di offrire al Giornale una panoramica sui rapporti politico-economici tra il nostro Paese e gli Stati Uniti, in un momento di vivace turbolenza caratterizzato dalla crisi globale.
È lo stesso ambasciatore che introduce l'intervista sottolineando la cordialità dei rapporti con la nuova amministrazione statunitense, addirittura migliorati rispetto ai già ottimi con la gestione repubblicana. Rapporti, questi ultimi, che avevano il loro fulcro soprattutto grazie alla conclamata amicizia tra l'ex presidente George W.Bush e il premier Silvio Berlusconi.
«Abbiamo un notevole feeling in tutti i campi - dice Castellaneta - anche con il governo Obama, costruito attraverso un attento atteggiamento bipartisan che ci ha premiato. Quando ancora mister Obama era solo candidato alla presidenza, avevamo già organizzato, qui da noi, un riservartissimo incontro tra lo staff per la politica estera e la sicurezza, di quello che sarebbe diventato il futuro governo, e il ministro Franco Frattini. Del resto, il dialogo oggi è decisamente più agevole di quanto fosse in passato sia per gli italiani che per gli europei in generale. Grande disponibilità. Davvero grande apertura. Direi che, sotto certi aspetti, c'è molta somiglianza tra Barack Obama e Silvio Berlusconi che hanno rivoluzionato il modo di comunicare, attraverso una approccio con l'opinione pubblica nuovo, diretto, efficace».
In America si è registrata, ed era preannunciato, una netta inversione di marcia. Lo abbiamo visto con la nomina - la prima volta nella storia d'America - di un giudice ispanico all'Alta corte, Sonia Sotomayor. Obama ha dovuto pagare una cambiale alla multietnicità?
«Uno dei pregi del presidente Obama è certamente la grande attenzione prestata alla multietnicità americana. Non era mai accaduto che nell'Alta corte su nove giudici cinque fossero cattolici , di cui due di origine italiana, e quattro protestanti. Nel governo convivono americani, afroamericani, italoamericani, ispanici e persino cinesi, come il ministro per l'energia Choo. D'origine italiana è anche il ministro per la Sicurezza interna, Janet Napolitano che è appena stata in Italia per visitare le zone sconvolte dal terremoto in Abruzzo. Così pure la speaker del Parlamento Nancy Pelosi. Non solo, ma ha pescato trasversalmente. Il ministro dei Trasporti Ray Lahood , il consigliere nazionale per la sicurezza Jim Johnes, o il nuovo ambasciatore a Pechino e governatore dellUtah, John Huntsmn sono tutti repubblicani. I criteri di scelta non tengono assolutamente conto di sesso, razza, o religione, né di appartenenza politica».
Obama ha aperto nuovi orizzonti al sogno americano, come emerge dalla scelta di chiudere Guantanamo o dal ridimensionamento dei progetti spaziali di Bush, per dare la precedenza a studi sui cambiamenti climatici.
«Sì, il carcere di Guantanamo verrà chiuso quando e come si vedrà. In Irak le truppe saranno ritirate, ma non come ha fatto la Spagna dall'oggi al domani, semmai in base alle necessità emergenti nel delicato teatro d'operazione. Una cosa è la campagna elettorale, altro è governare. Lo stesso John Kennedy affermava che il mondo visto dallo Studio ovale è diverso da quello visto da una tribuna elettorale. In realtà lui governa da una posizione più accentuata verso il centro che non verso quella sinistra grazie alla quale ha battuto la signora Clinton».
Come considera la reazione della Casa Bianca alla ennesima provocazione nucleare nordcoreana?
«Decisissima. È stata una provocazione inaccettabile che non può passare sotto silenzio. Come si è espresso il Consiglio di sicurezza Onu studiando ulteriori misure restrittive nei confronti della Corea del Nord, allo stesso modo il governo americano ha assunto un atteggiamento molto rude. La preoccupazione è fortissima. Soprattutto in una fase in cui il mondo procede con grandi difficoltà verso la non proliferazione, il dialogo, l'impegno per riportare la pace in zone in perenne stato di emergenza».
Mi consenta una domanda sui rapporti Usa-Italia sul piano economico in presenza di uno stato di crisi che affigge entrambi i Paesi, se pure con motivazioni ed effetti diversi, per nostra fortuna. Mi riferisco a Fiat, nuovo partner Chrysler, con la manifesta benedizione della Casa Bianca. O all'acquisto di alcuni cantieri navali sul lago Michigan e della Drs Technologies da parte di Fincantieri, acquisto che ha permesso di siglare un patto con la marina statunitense per la realizzazione di 54 unità , al ritmo di sei a biennio.
«L'amministrazione Usa ha sostenuto il progetto presentato dalla Fiat definendolo la migliore offerta sul mercato per far uscire la casa automobilistica americana da vistose difficoltà. Per quanto riguarda Fincantieri, si è trattato di una brillante operazione. Solo per Drs ha investito cinque miliardi di dollari. I risultati si vedranno a breve. Ma i successi italiani non si limitano ai due citati. La Campari ha assimilato la Wild Turkey, Luxottica Brook Brothers , Lottomatica unimportante società nel settore del gioco. E ci aggiungo Natuzzi, Beretta, il gruppo Bracco che ha fatto propria unazienda che produce apparecchiature ospedaliere. E ancora Unicredit, Generali, Autogrill che ha rilevato il settore ristorazione da unimponente serie di stazioni di servizio . Insomma la debolezza del dollaro e l'aggressività delle aziende italiane hanno consentito uno shopping di buon livello in Usa».
E il prossimo incontro tra Obama e Berlusconi?
«Stiamo lavorandoci di buona lena.
«I rapporti Italia-Obama? Migliori che con Bush»
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