Emanuela Ronzitti
Lultima sui reality show? Distruggono le menti dei più giovani e fanno perdere loro il senso della realtà. Una patologia, questa, sempre più frequente nelle nuove generazioni, drammaticamente sedotte dal fatuo motto «appaio, dunque esisto». Lallarme è stato lanciato ancora una volta dal neurologo Rosario Sorrentino, noto alle cronache come medico di fiducia dei vip, nonché direttore dellUiap (Unità attacchi di panico clinico) presso la clinica Paideia di Roma e membro dellAccademia americana di neurologia.
I segni di questa nuova forma di malessere, proveniente dalla eccessiva esposizione a format studiati a tavolino per tenere incollati i telespettatori davanti al video - dallIsola dei Famosi al Grande Fratello -, sono tuttaltro che trascurabili. Forte senso di insicurezza, ridotta autostima, cambiamenti dellumore e dei comportamenti alimentari, fino a toccare casi estremi di bulimia o anoressia, ansia, depressione, abuso di alcol e droghe: sono questi i sintomi che colpiscono chi insegue modelli, anche banali, di popolarità dei personaggi televisivi. E tutto accade perché non si riesce a vivere la realtà della tv, quella messa in scena dai personaggi del piccolo schermo. Ovviamente la colpa, sempre secondo lesperto, è da addebitare ai media, messi sul banco degli imputati per la troppa superficialità nel mandare in onda un «mostro subdolo» come il reality, in grado di far metabolizzare una visione distorta della realtà.
«Alle menti ancora acerbe dei giovani si consegna un messaggio sbagliato - ha esordito Sorrentino davanti a una platea di studenti di età compresa tra i 14 e i 19 anni iscritti allistituto scolastico Villa Flaminia prendendo a esempio i naufraghi Rai - una fuga dalla realtà, con la speranza di vedere anche le nostre aspettative di successo realizzate».
Una forma ghiotta, insomma, per immergersi in un mondo al confine con le favole. «La visibilità e la popolarità oggi sono i soggetti da seguire - sottolinea ancora lesperto - e questo perché è in atto una perdita dei valori della cultura, e così si tende a seguire i modelli anoressici dellIsola e la volgarità di Mascia Ferri o Floriana del Grande Fratello. E se non li si riesce a eguagliare allora è il fallimento». In sostanza assistiamo al diffondersi di vere e proprie malattie mediatiche, a casi di «patologici silenti» nei quali limmagine, lemozione e la memoria vengono visti dal nostro cervello come una sorta di «inquilino fastidioso che viene ad invaderci».
Negativi quindi quegli spot subdoli che spingono allanoressia, da bocciare le relazioni che si istaurano tra i concorrenti, fondate solo sulla competitività, laggressione verbale e spesso anche fisica e la sopraffazione. Quello che si prospetta per il futuro, quindi, non è altro che il rischio di una generazione sempre più sola, frustrata e delusa, perché incapace di raggiungere la visibilità e la popolarità dei loro idoli.
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