Massimo Restelli
da Milano
Da Torino a Trieste: dopo aver steso una rete protettiva intorno alla nascita di Intesa Sanpaolo, Romain Zaleski «muove» sulle Assicurazioni Generali. Al momento si tratta di indiscrezioni ma Piazza Affari inizia a intravedere la mano del finanziere franco-polacco, legato a doppio filo con Giovanni Bazoli, dietro alla corsa del Leone.
Sotto pressione da giorni, la compagnia triestina ha chiuso in rialzo del 2% a 32,91 euro, dopo essersi affacciata oltre la soglia dei 33 euro (33,11 euro il picco) sulla scia di acquisti impartiti anche dallestero. Intensi gli scambi, ieri è passato di mano l1,6% del capitale (20,7 milioni di pezzi) a dimostrazione della tensione in corso su Generali che, complice il guadagno del 3,4% di martedì, viaggia su valori sconosciuti negli ultimi 5 anni.
Se una capitalizzazione superiore a 42 miliardi costituisce un deterrente rispetto a un possibile attacco da parte della statunitense Aig o dellolandese Aegon, quelli in corso potrebbero essere i prodromi di un riassetto nellazionariato della compagnia anche in vista del rinnovo del consiglio di amministrazione in agenda la prossima primavera.
Scenario cui hanno già destinato energie Mediobanca (primo azionista del Leone con il 14,1%), Unicredit e Capitalia ma che ora sarebbe allattenzione del nocciolo finanziario di cui Bazoli è alfiere. A partire da Zaleski che, secondo alcune ricostruzioni, sarebbe intenzionato a più che raddoppiare il 2,2% attuale per portarsi a ridosso del 5% del capitale.
Una stretta che, unita al pacchetto già nelle tasche di Intesa (1,9%), si trasformerebbe in un altro jolly nelle mani di Bazoli che conta già Generali come il primo socio «industriale» di Intesa Sanpaolo. Cui si aggiunge il legame nella joint venture bancassicurativa Intesa Vita. Intreccio su cui si sarebbe soffermata lattenzione dellAntitrust, impegnato anche a esaminare la partita con cui il Leone ha rilevato Toro da De Agostini. A sua volta indicata, malgrado le smentite della scorsa estate, tra gli attori potenzialmente interessati a Trieste.
Obiettivo del presidente Antoine Bernheim è rafforzarsi nel ramo danni ma è probabile che, esaminati i rilievi dellIsvap, lAuthority di Antonio Catricalà chieda a Trieste di rinunciare a qualche attività. Come per esempio Nuova Tirrena che potrebbe quindi rientrare nel monopoli delle assicurazioni a cui, dopo il fallimento dellannunciato matrimonio con Popolare Verona, punterà anche Cattolica una volta aperto il capitale della controllata Duomo agli alleati spagnoli Mapfre.
Il verdetto è atteso il 4 dicembre ma, a parte la stretta Antitrust, se il riposizionamento di Zaleski sarà confermato, rappresenterebbe lennesima dimostrazione di forza della grand armee di Bazoli.
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