Agli appelli al governo a mettersi in fretta seduto attorno a un tavolo per un confronto sulla prossima riforma universitaria si unisce anche lamarezza di vedersi sempre raffigurare come grandi produttori di sprechi.
«Al Politecnico siamo fortunati - puntualizza il rettore Ballio -. Oltre alle tasse sopravviviamo perché viene acquistata la nostra ricerca. Ma i politici che gridano allo scandalo per gli sprechi, dov'erano quando i soldi venivano buttati al vento?». Il concetto è chiaro: «Nessuno in questi anni ha mai controllato come le università usassero i finanziamenti. Mi spiace dirlo, ma almeno nel 95 per cento dei casi il ministero avrebbe dovuto controllare come venivano investiti i suoi soldi. È evidente che non può essere luniversità stessa a controllarsi». E poi la valutazione delle università, altro nodo cruciale della riforma: «Facciamola subito e in fretta - dice ancora Ballio -. Nel Regno Unito dove il sistema valutativo esiste da 40 anni, le università continuano a crescere nelle classifiche internazionali. Se non introduciamo anche noi un punteggio alle nostre facoltà continueremo a decadere rispetto ai Paesi stranieri». Non si arrende allequazione università uguale sperpero di risorse, il rettore della Bicocca, Marcello Fontanesi: «Evidentemente non siamo stati capaci di mostrare quello che facciamo in positivo, ormai appare solo quello che non funziona. Dici università e pensi agli sprechi o a giovani scelti perché raccomandati. Non è così. Le risorse che abbiamo in mano saranno anche divise male, o sprecate, ma non bastano. Il prossimo anno cosa dico ai professori? Non ho i soldi per pagarvi ladeguamento delle retribuzioni? Non ce la facciamo più.
Alessandra Pasotti
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