I rifiuti campani invadono anche l’aldilà

da Napoli

«Ora sei con Dio e sempre nel nostro cuore. Noi ora siamo nella “munnezza”». Dolore e amarezza, ma in chiave napoletana. Con queste parole i parenti e gli amici di Giovanna Barone, una donna di Napoli morta da tre anni, hanno voluto salutare la congiunta.
Per farlo pubblicamente i parenti hanno fatto pubblicare un lungo necrologio sul quotidiano Il Mattino, una commemorazione accorata, che suona come un sentito appello: «Il tempo passa, il dolore persiste - si legge nell’annuncio - La tua cultura, la tua etica morale e religiosa ti hanno fatto superare, in vita, prove difficili e ogni volta sei rinata più forte, proprio come “l’Araba Fenice”».
Che si tratti davvero solo di un’inconsueta espressione di un dolore personale o di una deliberata denuncia civile, il necrologio rappresenta il primo «ponte» tra la tragica situazione dei rifiuti in Campania, un segnale che il tema continua a essere sentito dai napoletani. Ed ecco che, dopo aver monopolizzato le prime pagine dei quotidiani italiani e internazionali per mesi, il tema della spazzatura abbatte un altro muro e tracima anche nelle pagine riservate alla memoria e al lutto, quelle dei necrologi appunto.

Gli autori dell’annuncio descrivono alla «cara nonna» scomparsa la drammatica situazione in cui versa la città, che evidentemente la signora deve aver amato: sommersa dalla spazzatura, una montagna che appare insormontabile e che si frappone tra Napoli e la sua voglia di rilancio. E chissà che dove hanno fallito le amministrazioni non possa riuscire una preghiera per i morti.

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