Dopo i primi tre mesi dallentrata in vigore della riforma della previdenza complementare un lavoratore su quattro (per lesattezza il 26%) aveva già comunicato al datore di lavoro la scelta relativa al proprio Trattamento di fine rapporto (Tfr). È uno dei tanti dati che emerge dallOsservatorio predisposto da Assogestioni e realizzato da Gfk-Eurisko, per monitorare il processo decisionale dei lavoratori e informare lopinione pubblica in merito alle decisioni e ai cambiamenti in atto nellambito del semestre di adesione alla previdenza complementare.
LOsservatorio si svolge nel corso del semestre di scelta (primo gennaio-30 giungo 2007) ed è suddiviso in tre momenti di verifica delle percezioni, orientamenti e decisioni prese.
La prossima rilevazione verrà effettuata a ridosso della chiusura del semestre. I risultati del primo e del secondo flight sono disponibili sul sito dellassociazione, allindirizzo www.assogestioni.it. Tra coloro che hanno deciso, il 17% vuole lasciare in azienda il proprio trattamento di fine rapporto. I fondi Negoziali (i fondi pensione di categoria) sono stati scelti dall8%, circa 800mila individui, mentre la quota di coloro che hanno deciso di affidare la propria pensione integrativa è pari a circa un punto percentuale: di cui, in particolare, uno 0,6% ha scelto i fondi pensione aperti mentre uno 0,3% ha optato i Piani individuali di previdenza (Pip) e le Forme individuali di previdenza (Fip). A oltre metà del periodo di adesione resta ancora elevata e pari al 7% la percentuale di coloro che non sanno ancora che cosa fare.
Lindagine mette in luce che il 74% dei lavoratori non ha ancora dichiarato la propria scelta. Tra questi, circa 7 milioni di individui, il 36%, dichiarano di voler lasciare in azienda il proprio Tfr, il 16% intende destinarlo ai fondi Negoziali, il 6% ai fondi aperti, il 7% preferisce Fip e Pip e solo una percentuale pari al 2% afferma di non voler fare nulla. Ma andando a indagare le ragioni della mancata comunicazione, si scopre che nel 51% dei casi i lavoratori dichiarano di non aver ancora ricevuto sufficienti informazioni per decidere, mentre il 20% aspetta che si avvicini la scadenza.
La percentuale di coloro che dichiarano di conoscere la riforma è molto alto ed è pari al 96%. Il dato, in crescita rispetto a quanto rilevato nel corso del precedente monitoraggio, arriva a toccare il 99% nel caso di imprese con più di 50 dipendenti.
Dal punto di vista delletà, la riforma è conosciuta dal 100% degli individui tra 31 e 40 anni; dai 41 ai 55 anni il valore resta pressoché invariato. I più giovani, da 22 a 30 anni, si rivelano ancora una volta i meno informati.
E mentre la scadenza del 30 giugno si avvicina, aumenta il numero di lavoratori alla ricerca di informazioni e consigli. Circa la metà degli interessati dichiara, infatti, di aver chiesto indicazioni. Come nella precedente rilevazione, le fonti più accreditate sono ancora i sindacati e il datore di lavoro, ai quali si rivolge la maggioranza degli interessati.
Volendo indagare le ragioni che hanno guidato la scelta, si scopre che la sicurezza è il primo fattore preso in considerazione dai lavoratori.
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