I rom via da Opera ma è mistero sul nuovo campo

Metà delle famiglie tornerà in Romania. Le altre potrebbero essere ospitate tra Locate, Pieve Emanuele e Rozzano

È giallo sulla soluzione alla «questione Opera», individuata ieri nel corso di un vertice in Prefettura. Qui si è stabilito il luogo in cui saranno sistemati quei 76 rom provvisoriamente alloggiati nella tendopoli del Comune a sud di Milano. Per il momento, però, la futura destinazione resta segreta (Rozzano? Pieve Emanuele? Locate?): motivi di ordine pubblico, troppo rischioso divulgare adesso la notizia, visto il pericolo di nuovi presidi. Il prefetto, Gian Valerio Lombardi, assicura che «è stata fatta una scelta appropriata, nel rispetto degli impegni presi in precedenza tra le istituzioni. Faremo in modo che l’operazione si concluda alcune settimane prima della scadenza del 31 marzo. I romeni ospitati a Opera - anticipa Lombardi - saranno trasferiti in un contesto del tutto diverso». Di sicuro, l’area destinata ad accogliere i nomadi - questa volta definitivamente - si troverà nell’hinterland e non nel territorio cittadino. «La novità - riferisce il prefetto - è che nel progetto saranno coinvolti anche soggetti privati, oltre alle associazioni che già stanno seguendo l’emergenza». Spunta l’ipotesi di appartamenti privati, che si presterebbero meglio alle esigenze della comunità rom, considerato anche il ridimensionamento numerico del gruppo. Almeno la metà di loro, infatti, ha espresso la volontà di tornare in Romania.
Al tavolo di Palazzo Diotti hanno preso parte anche il questore Vincenzo Indolfi, per il Comune il city manager Piero Borghini, per la Provincia il direttore centrale di Gabinetto Giordano Vimercati, e il sindaco di Opera Alessandro Ramazzotti. Quest’ultimo si è detto «molto soddisfatto» circa l’esito dell’incontro. «Abbiamo trovato una soluzione più dignitosa per tutti». In paese appaiono già i manifesti: «Operesi, state tranquilli: i patti sono stati mantenuti». Eppure i rappresentanti del comitato che si oppone all’insediamento, anch’essi presenti, si mantengono cauti. «Avremo la certezza di quanto è stato promesso - dichiara la portavoce Ileana Zacchetti - solo quando non vedremo più le tende in via Marcora. La zona deve tornare in fretta un’area circense. Nemmeno a noi è stato detto dove andranno i nomadi, ci è stato assicurato però che sarà al di fuori dei confini di Opera». Intanto ieri sera si è tenuta l’ennesima assemblea dei cittadini in trincea contro il campo, più che mai blindato dalle forze dell’ordine. Nessun disordine segnalato. «Anche perché nel frattempo i rom si trovavano a Milano, alla Casa della Carità - sdrammatizza don Massimo Mapelli, responsabile della struttura -.

Hanno brindato al lieto fine e all’apertura di un “Inter Club” in sede, assieme a Massimo e Milly Moratti». Unica richiesta: «Le famiglie rom restino non lontano da dove sono ora, così da permettere ai 18 bambini di continuare a frequentare le scuole di via Wolf Ferrari».

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