I rom di Testaccio a Tor Vergata

I rom di Testaccio a Tor Vergata

È durato tutto il giorno lo sgombero del campo nomadi abusivo di largo Giovanni Battista Marzi, a Testaccio. Le operazioni sono partite ieri mattina alle 7, si sono arenate per tutto il giorno a causa dell’indisponibilità dei rom a trasferirsi nelle sedi proposte e si sono sbloccate in serata quando i nomadi hanno accettato di essere spostati in camper nell’area di Tor Vergata. area che è stata allestitia in tutta fretta e nella quale i nomadi sono stati trasferiti nella tarda serata.
Una situazione, quella dell’ex mattatoio, che più volte (il 29 gennaio e il 15 maggio 2008) è stata denunciata da Il Giornale. Tutto iniziò il 3 aprile 2007, quando circa 150 rom, sgomberati da Campo Boario, si trasferirono nottetempo al lungotevere Testaccio, dopo il ponte. Roulotte, camper, Mercedes, cucine da campo. Da quel momento iniziano i guai per Fabio Franceschini, rampollo di una famiglia di marmisti da sette generazioni. La sua bottega è irraggiungibile, l’uomo non può più lavorare. La denuncia de Il Giornale viene completamente ignorata dall’amministrazione Veltroni, così come le lettere scritte dallo stesso Franceschini e le 500 firme di protesta raccolte dal circolo del Pdl Nova Urbis. Tutto inutile.
Un calvario lungo 14 mesi. Ieri, improvvisa la svolta. Assai laboriosa. Di buon’ora, verso le 7, la polizia giunge in forze sul posto. A sostegno i vigili dell’VIII gruppo di Di Maggio. A guidare il blitz è il dirigente dell’Ufficio prevenzione e soccorso pubblico della Questura, Raffaele Clemente: «C’è un’ordinanza del Questore, la numero 157/09, dovete andare via», comunica asciutto ai rom. Grande trambusto. Sul posto giunge di corsa l’Opera Nomadi. Poi alle 9 arriva il vice capo di gabinetto del sindaco, Luca Panariello: «Mi dicono che un ex assessore del municipio ha studiato la possibilità di spostarli sulla via del Mare». Ma non si sa nulla di preciso. I rom dicono che prima del ritorno dei bambini da scuola non se ne vanno. Momenti di tensione per il fermo di un ragazzo rom. Arrivano le assistenti sociali, la protezione civile con cibo e bevande. Poi uno stallo durato ore, con i nomadi che attendono vicino alle loro roulotte e le forze dell’ordine schierate dall’altro lato della strada. In mezzo giornalisti, fotografi e esponenti politici. I nomadi rifiutano un’altra proposta fatta da Tiziana Orsi, del V dipartimento del Comune per conto del gabinetto del sindaco: il trasloco temporaneo a Castel Romano sulla Pontina. Una soluzione definita «insalubre, troppo affollata e distante da Roma» dai nomadi. Poi in serata la soluzione Tor Vergata.
Di segno opposto le reazioni del mondo politico. «L’intervento di oggi (ieri, ndr) risponde all’attuazione di un’ordinanza della Questura ed era deciso da tempo - afferma Alemanno - anche perché fortemente richiesto dai cittadini della zona su una situazione evidentemente illegale». La sinistra radicale getta però benzina sul fuoco. «Siamo di fronte a una violazione di diritti umani gravissima», rimarca l’assessore provinciale Massimiliano Smeriglio. Di «sgombero vergognoso» parla il coordinamento interistituzionale per i rom, che annuncia un corteo domani dal Colosseo a Campo Boario.

«L’insediamento era totalmente illegale e non autorizzato - replica il consigliere comunale del Pdl Alessandro Cochi -. La situazione risale al 1989. Da allora la comunità rom è stata invitata ripetutamente al tavolo di trattativa con il Campidoglio e il I Municipio, ma la mediazione non ha mai portato a nulla».

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