Cronaca locale

I romantici Blue, eredi dei Take That danno il via da Brescia al loro tour

Faccia pulita, musica facile, il gruppo britannico conquista la platea femminile

Jarno Fiore

Ogni stagione ha i suoi idoli musicali per giovanissimi, dagli anni Ottanta ad oggi poco è cambiato. Se un tempo c’erano i Duran Duran oggi ci sono i Blue. A parte l’abissale differenza di stile e creatività, sono molti i punti di contatto tra queste due realtà, primo tra tutti l’accanito attaccamento alla band da parte delle ragazze più giovani.
I Blue come i Duran Duran? Forse, o meglio sarebbe dire che i Blue sono gli eredi dei Take That, formazione della quale fece parte quel Robbie Williams che poi si è trasformato in una superstar del pop, lavandosi via un passato scomodo della boy band.
Proprio i Take That sembrano essere il fenomeno che più si avvicina ai Blue, un fenomeno montato e costruito a tavolino che ha molto più a che vedere con il marketing che con l’arte della musica. Infatti i Blue sono una vera industria che va dalle figurine alle magliette, dai dischi in edizione limitata per fans ai posters, gadgets vari, un po’ come per il wrestling che appunto non è uno sport ma bensì una farsa teatrale (e molto spettacolare ovviamente) per ragazzi molto giovani.
Il fenomeno Blue comunque funziona e benissimo. Il loro disco è uno tra i più venduti del 2004 e il nuovo, uscito qualche mese fa ha riscosso in Italia lo stesso successo, ma quale sia il motivo di questo incredibile numero di copie vendute rimane un mistero per gli appassionati di musica, ma non lo sarebbe per un manager di comunicazione e marketing.
I Blue hanno delle canzoni (che qualcuno ha scritto per loro), cantano e poi ballano (come facevano i Take That), fanno moine ed ammiccano. Canzoni romantiche che mettono insieme r’n’b, soul e pop facili da ricordare a cui vengono abbinati video musicali che le Tv continuano a passare perché i Blue hanno la faccia pulita e la loro musica è anche un ottimo sottofondo che non infastidisce e che soprattutto non cattura l’attenzione.
Questa sera i Blue partono con il loro tour italiano (cancellato qualche mese fa per problemi di voce di uno dei quattro) da Brescia (in Piazza Duomo dalle 21), un tour che di certo farà registrare il tutto esaurito ovunque, perché questa è la boy-band dell’anno l’unica capace di creare isterismi nelle fans, poco importa se tra un paio di anni nessuno si ricorderà di loro e se lo farà sarà con il sorriso sulle labbra o vergognandosi un po’, questo è il loro momento e ben venga, tanto la musica, e questo è vero, per una volta deve essere puro intrattenimento.
Poi, passato il ciclone, ci sarà certamente qualcuno che li sostituirà, questo lo insegna la storia della musica dagli anni Ottanta ad oggi.

A conferma di tale tesi il fatto che in apertura del concerto dei Blue ci sarà quel Mark Owen che un tempo aveva folle di fans adoranti ai suoi piedi (perché era nei Take That) e oggi, dopo un paio di dischi in cui voleva o provava senza successo a levarsi via l’immagine della boy band (come il suo ex-collega Robbie), riprova a ripartire nel mondo dorato ed effimero del pop.

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