I romanzi? Meglio sceglierli al supermarket

Il libro? Meglio acquistarlo al supermercato. È più comodo e costa meno. Nella stagnazione del mercato editoriale in Italia (valore di crescita allo 0,87 per cento, di poco superiore a quello dell’inflazione), è in controtendenza il fenomeno dell’acquisto col carrello. Le librerie tradizionali continuano a essere, con il 41 per cento sul totale delle vendite, il canale preferenziale, ma è cresciuto del 5 per cento l’acquisto di volumi negli ipermercati, grazie a un’incisiva politica di promozione e a un ampliamento dell’assortimento che ha fatto conquistare alla grande distribuzione oltre il 18 per cento delle vendite totali. E, pur in un Paese refrattario a Internet (6 italiani su 10 dichiarano di non navigare mai in Rete), crescono le librerie on line, con un aumento del 36,9 per cento nell’ultimo anno. Insomma, nonostante le lamentazioni sulla sua crisi, l’editoria libraria rappresenta il 20 per cento dell'industria dei contenuti nel nostro Paese. Non è poco.
È quanto emerge dalla ricerca presentata dall’Aie, l’Associazione Italiana Editori, in occasione degli Stati Generali dell’Editoria che, tra ieri e oggi, sono in corso a Roma nel complesso monumentale di San Michele a Ripa con il titolo «Più cultura, più lettura, più Paese» e un sottotitolo, «Scommettere sui giovani», scelto per concentrarsi sul ruolo della lettura nella crescita delle nuove generazioni.
In tempi di crisi la cultura è ancora un valore? E lo è per i giovani? L’Aie dimostra di sì. Comparando rendimento scolastico, attitudine ai libri e livello socio-economico della famiglia di provenienza dei giovani italiani, emerge che la lettura ha un impatto positivo sull’andamento scolastico (quantificabile in mezzo voto in più ogni dieci libri letti a semestre) ed è un ottimo «ascensore sociale» (maggior resa scolastica significa accesso all’università e a migliori possibilità professionali). La ricerca ha inoltre evidenziato la relazione tra investimenti all’istruzione e «qualità» degli studenti: su questo aspetto Federico Motta, presidente dell’Aie, ha denunciato l’attuale scarsità di fondi e la necessità di «una politica per il libro» che promuova progetti mirati nelle scuole.

Il ministro Meloni, auspicando l’incentivo alla lettura «come forma di socializzazione e di svago, perché è ancora troppo legata all’obbligo», ha suggerito agli editori di «ristampare i classici a prezzi contenuti». Da vendere - inutile arricciare il naso - anche al supermercato.

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