I seggi del premio di maggioranza regionale decisivi per Palazzo Madama. Ma nella capitale sedici municipi su diciannove preferiscono Prodi&Co. Roma vota a sinistra, ma il Lazio va a destra Malgrado il successo nella capitale (52,79 per cento), l’Unione

Stefania Scarpa

Come l’Italia, il Lazio esce dalle urne delle elezioni politiche spaccato in due. Con Roma schierata in maniera piuttosto decisa per il centrosinistra. E tutto il resto della regione che invece premia nettamente la Casa delle Libertà. E dal prevalere di un’anima o dell’altra, ciò che quando andiamo in stampa è ancora incerto, non dipendono solo i destini della nostra rappresentanza in Parlamento, ma addirittura l’esito finale delle elezioni stesse. Prendete il caso del Senato, dove vige il premio di maggioranza a livello regionale. Le due formazioni sono testa a testa: chi vince anche solo di un voto prende 15 seggi a Palazzo Madama, chi perde 12. Alle ore 22,30 l’Unione è leggermente avanti nel conteggio generale dei voti: 1.374.490 contro i 1.370.361 della Casa delle Libertà. Poco più di quattromila e passa schede (lo 0,1 per cento del totale) che fanno la differenza. Ma questo dato si riferisce a 4.389 sezioni scrutinate su 5.213. E i maggiori ritardi nel conteggio delle schede si hanno proprio nelle «periferie» della regione, quelle che premiano il centrodestra. Ciò che autorizza la Nexus ad attribuire nelle proiezioni ritenute attendibili al 95 per cento la vittoria finale nel Lazio alla CdL. Ma è un dato assolutamente incerto. L’unica cosa certa è che chi vincerà nel Lazio conquisterà Palazzo Madama.
Al Senato Forza Italia si conferma primo partito del Lazio, con il 20,8 per cento, davanti ai Ds (19,6) e ad Alleanza Nazionale (19,0). Nel centrodestra buona anche la prestazione dell’Udc (6,8), mentre è trascurabile l’apporto delle componenti di estrema destra come Fiamma Tricolore e Alternativa sociale Mussolini (1,8), del Dc-Nuovo Psi (0,7), Pensionati uniti (0,3) e Lega Nord (0,3). A sinistra exploit di Rifondazione, che eguaglia il risultato della Margherita (9,1 per entrambi). Insieme con l’Unione, che raccoglie Verdi e Pdci, va al 4,3. Sotto le previsioni invece la Rosa nel Pugno (2,8), Di Pietro-IdV (2,7) e Udeur popolari (1,1). Risultati molto diversi a Roma città dove, con sole 9 sezioni mancanti sul totale di 2.600, netta è la vittoria del centrosinistra con il 52,79 contro il 46,48 del centrodestra. A livello di partiti affermazione dei Ds (21,5) davanti ad An (19,5) e a Forza Italia (18,0) che in città è terzo partito.
Quando scriviamo il dato sulla Camera dei Deputati è molto indietro rispetto alla Camera ma assai più indicativo delle differenze tra metropoli e provincia. Qui invece esistono due collegi: Lazio 1 (Roma e hinterland) e Lazio 2 (il resto). Ebbene, nella prima circoscrizione, con 2.523 sezioni su 3.718, il centrosinistra è avanti con il 53,1 contro il 46,8 della Casa delle Libertà. Nella seconda circoscrizione, con però sole 360 sezioni su 1.495 scrutinate, risultato ribaltato: Casa delle Libertà avanti 53,2 contro 46,8.
Ma torniamo a Roma ed esaminiamo il voto nei singoli municipi. Al Senato, di cui quando scriviamo abbiamo i dati più aggiornati, il centrosinistra vince in 16 municipi su 18. Solo nel II (Parioli e Trieste), nel XVIII (Boccea e Balduina) e nel XX (Roma Nord) vince il centrodestra. La zona più schierata a sinistra si rivela il V, dove l’Unione sbanca con il 57,89 per cento, seguito dal XI (56,96 per cento), dal VI (56,80 per cento) e dal X (55,44 per cento). Anche il centro storico, vale a dire il I municipio, si conferma a sinistra, con il 53,99 per cento contro il 45,47 per cento della Casa delle Libertà.

Il municipio più a destra è invece, come tradizione, il XX, dove la Casa delle Libertà vince con più di 12 punti percentuali di margine (55,79 contro il 43,51 dell’Unione). E il municipio più diviso? È l’VIII (Roma Est), dove il centrosinistra vince per poco più dell’1 per cento dei suffragi: 50 tondo tondo contro il 48,92 del centrosinistra.

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