I segreti della serie A tutti in una notte

I segreti della serie A tutti in una notte

(...) Poi, a far precipitare definitivamente la situazione è il trionfo di Barbataus, Magor, Colossus, Elios, Troncannone, Linguaccia, Obscurio e tutti i loro compagni con cui le tre pesti riempiono le giornate e le teste di mia moglie Loredana e mia. Un incubo. Chi conosce i Gormiti sa di cosa parlo. Chi è genitore di maschi, pure. Chi ha figlie femmine è nella stessa situazione con le Winx. Roba di Preziosi, ovvio.
Questo è il quadro. Eppure, nonostante il Prez sia la maggior fonte di uscite della mia famiglia, più pericoloso del cambio lira-euro, non posso non raccontare la notte di Desenzano come la sua apoteosi. Anche se ballava a torso nudo, scena sconsigliata ai deboli di cuore.
Perchè, dalla notte di Desenzano, esce l’immagine di un gruppo. Un Gruppo vero. E qualcuno deve averlo costruito quel gruppo. I gruppi non spuntano da soli, come i funghi. Bisogna coltivarli, amarli, studiarli. E il Prez tutto questo l’ha fatto. Bastava vedere, per l’appunto, il teatro di Desenzano. Un teatro, non un teatrino. Detto tutto.
Bastava vedere chi c’era, l’altra notte, a ballare a torso nudo fino alle cinque. Il presidente e suo figlio Fabrizio, certo. Pastorello, Zarbano e Blondet, che sono la sua traduzione operativa, certo. La squadra, guidata da uno scatenato capitan Stellini, certo. Con una menzione particolare per chi è abituato a stare in panchina come Alessio Scarpi e Pippo Carobbio, mai così attivi come l’altra notte, che hanno dimostrato con l’affiatamento con il resto della squadra cosa significa «gruppo compatto». Certo, Gasperini, come al solito straordinario nel valorizzare il suo staff , roba mai vista a queste latitudini calcistiche abituate a tecnici che parlavano in terza persona singolare quando vincevano e in terza plurale quando i loro giocatori perdevano.
E poi, il Prez ha portato a Desenzano tutto un mondo attorno. L’anima comunicativa del Genoa, quel Dino Storace che ha attraversato tutti i momenti della squadra, anche i più brutti, senza mai perdere nulla in cortesia ed educazione. Maurizio Mascia, che - da avvocato - nel momento più difficile è diventato amico. L’avvocato D’Angelo, che è riuscito a far «passare» un concetto difficile come quello della Fondazione. Tutti nomi importanti, pesanti, genoanissimi. Ma il salto di qualità del Prez, a mio parere, è stato nel coinvolgere da un lato i giornalisti (bel gruppo, affiatato, fatto di gente perbene e non di servitù), a cui Anna Billò di Sky ha portato un tocco di fascino e sensualità che hanno fatto perdere la testa a molti Grifoni.
Poi, i tifosi.

A Desenzano c’erano molti esponenti dei club genoani e gente che il rossoblù lo vive sulla sua pelle. Non so voi, ma anche se non sono genoano e anche se Preziosi mi rovina con i Gormiti, a me un presidente che invita i tifosi perbene alla più esclusiva delle feste, piace molto. Tutto qui.

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