«I sindaci della provincia che aderiranno alla scelta delle domeniche a piedi si sostituiscono ai magistrati condannando al soggiorno obbligato i loro cittadini». È l’attacco sferrato contro Palazzo Marino e i 32 sindaci dell’hinterland (unica eccezione Basiglio e Opera) che giovedì hanno dato il loro placet all’iniziativa, dall’assessore provinciale ai Trasporti Giovanni De Nicola. Insistendo sulla sua posizione di «terribilmente contrario alle domeniche bucoliche» spiega: «le domeniche a piedi non servono a contenere l’inquinamento atmosferico, creano dei danni inquantificabili per l’economia e per la libertà di movimento. È una verità dura ma bisogna ammettere che il trasporto pubblico a Milano città dà un servizio adeguato, non è così nei comuni della provincia».
Troppo facile limitarsi a guardare e criticare poi le politiche ambientali decise dagli altri, senza farsi il minimo scrupolo, il senso della risposta che arriva a stretto giro dall’assessore all’Ambiente del Comune, Pierfrancesco Maran. «Siamo consapevoli che la Pianura Padana presenta problemi strutturali, ma o non si fa nulla o si decide di prendere misure importanti. Ci aspettiamo maggior rispetto verso le scelte fatte da Comune di Milano - chiude piccato -. Qualsiasi cosa si faccia contro l’inquinamento, anche se piccola, è importante».
Ancora da definire la fattibilità (economica) dell’estensione della durata del biglietto Atm da 90 minuti a giornaliero per i giorni che rientrano nella fase 2 dell’emergenza: la giunta sta aspettando i conti della ragioneria per votare la delibera.
Maran non ha risparmiato però a sua volte aspre critiche al governo, in merito ai possibili tagli al Ministero dell’Ambiente che sarebbero contenuti nel ddl Stabilità approvato ieri dal Consiglio dei Ministri.
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