Gian Maria De Francesco
da Roma
Nei Comuni governati da giunte di centrosinistra la parola dordine è «concertare». Le amministrazioni locali sono in attesa di conoscere nei dettagli il decreto Bersani sulla liberalizzazione delle licenze del servizio taxi per poi sedersi attorno a un tavolo con i tassisti per decidere il da farsi. Anche se da Torino e da Napoli le giunte hanno fatto capire di non essere propense ad aumentare le licenze.
Daltronde, i sindaci «rossi» devono contemperare una doppia esigenza: da un lato cè la volontà di non scontentare i tassisti con eventuali colpi di mano, dallaltro lato non si può abbandonare la linea di convergenza politica con il governo in un momento così delicato. A partire da Roma dove il primo cittadino Walter Veltroni ha sottolineato sia lesigenza «di un servizio che deve crescere in una città che cresce» che lopportunità di concedere «massima attenzione alle ragioni» dei tassisti. Lassessore alla Mobilità, Mauro Calamante, ha invece messo in evidenza la necessità di aspettare che il decreto venga convertito in legge. Lobiettivo è raggiungere il massimo consenso possibile sullassegnazione di 450 nuove licenze alle attuali 5.800 senza scontentare nessuno.
Identico discorso a Torino. Il sindaco Chiamparino ha già fatto capire ai tassisti che sarà convocato un tavolo di lavoro «per definire percorsi, modalità e tempi di attuazione del decreto Bersani» pur stigmatizzando le proteste che hanno bloccato laeroporto di Caselle. La giunta intende rispettare la tradizione dei rapporti sindacali e, comunque, un aumento delle 1.600 licenze, ritenute sufficienti, potrebbe non essere in discussione.
«Il decreto - spiega al Giornale lassessore alla Mobilità di Bologna Maurizio Zamboni - offre una possibilità ai Comuni che possono decidere come utilizzarla e comunque non abbiamo assunto alcun orientamento in attesa della conversione in legge». Insomma, anche nella città felsinea la giunta Cofferati ha preso un atteggiamento guardingo. «Ci sono dei punti sui quali discutere - aggiunge Zamboni - come lincremento del servizio taxi durante i periodi fieristici e le tariffe elevate, ma vogliamo dialogare con gli operatori». Per ora, quindi, nessuna mossa avventata sulle 650 licenze già rilasciate. Stessa solfa pure a Genova dove gli 869 tassisti sono scesi sul sentiero di guerra per avvertire il sindaco Pericu.
A Napoli Rosa Russo Iervolino è stata duramente contestata dai tassisti che martedì scorso hanno bloccato la sua auto. Ma tanto il primo cittadino quanto lassessore alla Mobilità, Gennaro Mola, hanno manifestato lintenzione di ascoltare i tassisti anticipando che non saranno concesse nuove licenze perché le attuali 2.300 sono ritenute sufficienti. Lo slogan adottato allombra del Maschio Angioino è «Non agitare prima delluso», un ecumenico invito alla calma.
Anche a Bari (130 licenze) il sindaco di centrosinistra, Michele Emiliano, ha invitato a un confronto le due cooperative di tassisti sabato prossimo.
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