Cronache

I siti no global: «Al Carlini per tre giorni di lotta»

I siti no global: «Al Carlini per tre giorni di lotta»

(...) colei che con i no global in passato aveva pure manifestato, non ha perso l'occasione di dire che è giusto così: quello che fu il quartier generale di Casarini e compagni tornerà ad essere la base-accampamento dei manifestanti anche quest'anno. Così, in un lampo di nuova stagione, dopo cinque anni di pacifiche ricorrenze, ci si rituffa nel passato, allo stadio Carlini di Sturla, ex stazione di regia degli ormai noti uomini delle tute bianche - quelli che avevano annunciato il saccheggio di Genova ancor prima di essere giunti in città - e dove quest'anno verranno nuovamente ospitati i manifestanti. Come allora non mancherà nulla: un'attrezzata tendopoli a bordo pista, bagni, docce calde, minibar con bibite, panini e piatti freddi, nonché, naturalmente, uno spazio al coperto per chi porterà materassino e sacco a pelo. Il costo? Non è dato sapere. Da giorni il capogruppo di Alleanza Nazionale in Regione Gianni Plinio ha scritto alla sindaco per sapere «se esiste un contributo comunale ai no global» e soprattutto se è stato richiesto agli organizzatori un deposito cauzionale «perché - dice Plinio - se spaccano tutto di nuovo non possiamo pagarlo di nuovo noi cittadini». Eppure, al momento, non sono arrivate risposte. Va un po' peggio a Raffaella Della Bianca, capogruppo in Comune per Forza Italia che con tutti i consiglieri d'opposizione di Tursi vorrebbe almeno essere informata di queste disposizioni che decide la sindaco e la sua giunta senza informare il Consiglio comunale.
«Possibile che queste disposizioni del sindaco non le possiamo mai discutere in consiglio comunale» tuona Della Bianca. «Solo martedì prossimo - aggiunge l'azzurra - potremmo discutere su quanto intende fare Marta Vincenzi, ma solo perché mi sono imposta in riunione dei capigugruppo per ottenere, quanto meno, una discussione sulle linee programmatiche stabilite dalla sindaco».
Intanto, associazioni, movimenti, e organizzazioni no global si sono chiamati a raccolta. Ma tra gli inviti e passaparola ecco arrivare primi avvertimenti. I siti delle associazioni di estrema sinistra pullulano di inviti e messaggi, quantomeno inquietanti: «Saremo di nuovo a Genova - si legge sul sito dei Giovani Comunisti - non solo per ricordare, ma per rincontrarci ancora, ritornare su quelle strade e riprendercele». Ma se la conquista delle strade pare un innocuo grido di battaglia, subito dopo si incassa il colpo: «Ritorneremo allo stadio Carlini per tre giorni di lotta e liberazione». Lotta pacifica, si presume, o quanto meno si spera, ma la parola pace, più che inflazionata per innumerevoli manifestazioni di piazza recenti, questa volta proprio non si trova. Si trovano invece riletture della storia recente, per un evento che si spera non diventi storia futura.
Sul numero dei manifestanti è però difficile azzardare previsioni. Anche perché all'interno dei movimenti si registra una divisione interna. Da un lato il Comitato Carlo Giuliani, guidato dai genitori, ora politici, pronti a partire dall'ex quartiere generale dei disobbedienti, dall'altro nuovi comitati nati dell'ex Genoa Social Forum che vedranno attivo l'europarlamentare Vittorio Agnoletto. Numerose e distinte le iniziative in programma. Particolare attenzione per i due cortei annunciati dagli organizzatori: giovedì 19 sfilerà per le vie del capoluogo il «corteo dei migranti» e il giorno seguente, il 20 luglio, la manifestazione partirà dallo stadio Carlini per arrivare in piazza Alimonda. Sabato notte una fiaccolata - a cui dovrebbero partecipare tutte le fronde no global - raggiungerà la scuola Diaz.
Nel frattempo Plinio insorge: «Cortei di questo tipo mettono a serio rischio attività commerciali e singoli cittadini». Per tale motivo, mentre le forze dell'ordine si stanno attrezzando, lui e il consigliere comunale Bernabò Brea hanno chiesto al prefetto e al questore di non autorizzare il corteo del 20 per ragioni di ordine pubblico.

«Non abbiamo ancora avuto risposte - dice Plinio - ma abbiamo ancora un paio di giorni per sperare».

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