I socialisti litigano anche sul calendario

«I socialisti si dividono sempre e non si uniscono mai» lamentava, nei momenti di malinconia che seguivano alle scissioni, un certo Giuseppe Saragat (che della materia un poco s’intendeva). E i compagni, invece di smentirlo coi fatti, fecero a gara per dargli sempre ragione. Dopo tanti anni pare che non sia cambiato niente. Anche a Genova - dove il Partito socialista è nato, nella Sala Sivori dell’attuale Salita Santa Caterina -, in vista di elezioni amministrative che rivestono una fondamentale importanza politica. È di due giorni fa, ad esempio, la notizia che la Federazione provinciale del «Partito socialista-Nuovo Psi» si dice disponibile a proseguire i contatti con lo Sdi (segretario nazionale Boselli, tanto per intenderci) in vista della presentazione di una lista comune alle elezioni, pur prendendo atto, al momento, che «i compagni dello Sdi pongono la condizione: qualsiasi accordo può svilupparsi soltanto all’interno della coalizione di sinistra». Una condizione - precisa ancora il documento diffuso dalla Federazione provinciale del «Partito socialista-Nuovo Psi», e come tale è stata riportata su queste pagine - che è «irricevibile, trattandosi di fatto di una annessione politica in toto alla linea di quel partito e alle sue attuali alleanze». Tutti, socialisti e non socialisti, hanno letto e capito quello che c’era da capire: stop, seppure momentaneo, alla lista unitaria, e prosecuzione del dialogo fra Nuovo Psi e Sdi per tentare di trovare un’intesa.
Troppo semplice. Ieri, difatti, è arrivata la precisazione da parte del «Comitato regionale della Liguria del Partito socialista italiano-Nuovo Psi» retto dal segretario regionale ligure, l’avvocato Gregorio Catrambone. Ed è una precisazione che vuole suonare come una sconfessione interna (e anche come una conferma delle malinconie di Saragat). Puntualizza Catrambone, in sintesi: non è vero che la lista unitaria è tramontata, quello è un discorso che risale a «una decisione superata del comitato direttivo di Genova, in un’affrettata riunione di qualche mese fa». La realtà di oggi è un’altra: «Il 24 febbraio scorso, su richiesta scritta di oltre 14 membri, il Comitato direttivo ha votato all’unanimità un documento nel quale è chiaramente indicata la presentazione alle prossime consultazioni amministrative di una lista unica e unitaria dei Socialisti, con simbolo comprendente il garofano e la Rosa, sulla base di una proposta programmatica comune che si caratterizza per il suo contenuto fortemente riformatore e socialista». Nel frattempo, aggiunge sempre Catrambone - che molte voci danno in pole position per l’incarico di difensore civico in Provincia col gradimento delle sinistre -, «la Segreteria regionale ligure del Nuovo Psi ha richiesto alla Direzione nazionale il commissariamento della Federazione di Genova, diretta in supplenza» dallo stesso Catrambone e dal presidente provinciale Paganetto Pini, nonché dai vicesegretari Muià e Morali «i quali sono già al lavoro insieme ai compagni dello Sdi per la formazione delle liste comuni». Tutto chiaro. Cioè, niente affatto. Anche perché nel documento allegato alla nota dell’avvocato Catrambone - a parte i numerosi «omissis» - sta scritto testualmente che «i membri del Comitato direttivo della Federazione provinciale di Genova del partito, ritenuto che sia possibile ricercare le convergenze politiche e programmatiche insieme ai compagni dello Sdi per la presentazione di una lista unitaria, danno mandato al segretario della Federazione di partecipare alla delegazione incaricata delle trattative e di riferire sul suo andamento al Comitato direttivo».


Dovrebbe significare: proseguiamo il dialogo con lo Sdi per tentare di trovare un’intesa (che non c’è ancora). Proprio come avevano detto i compagni appena sconfessati. Ma forse è un’interpretazione troppo semplice. Non da socialisti.

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