I soldati italiani a Nassirya: 81 modi di aiutare gli iracheni

Tanti sono i progetti umanitari e di ricostruzione attualmente in corso, per una spesa di 4 milioni

Fausto Biloslavo

Novemilacinquecento poliziotti addestrati, due battaglioni del nuovo esercito iracheno operativi, una quarantina di pattuglie e scorte al giorno dei soldati italiani: sono i dati solo nel settore sicurezza. Inoltre l’impegno umanitario e di ricostruzione del nostro contingente in Irak prevedeva cinquanta progetti avviati fino a dicembre 2004, per una spesa di quasi 4 milioni di euro. Gli ultimi dati provenienti da Nassirya parlano però di un aumento ad 81 progetti in fase di realizzazione, oltre a tonnellate di aiuti consegnati alla popolazione.
Questi sono i numeri della missione Antica Babilonia, grazie ad un contingente di tremila soldati italiani, presenti nella provincia irachena di Dhi Qar fin dal 2003. In due anni e mezzo, in un Paese dove la polizia si era dissolta in seguito all’invasione alleata, i carabinieri hanno addestrato, solo per la provincia di Nassirya, 9.500 agenti. A Dhi Qar sono stati messi in condizioni di operare 24 commissariati, oltre al comando nel capoluogo provinciale. La polizia è divisa in varie specialità: investigativa e criminale, controllo del traffico, oltre a una sezione per i furti di reperti archeologici. Gli agenti hanno imparato anche le tattiche italiane del mantenimento dell’ordine pubblico in assetto antisommossa ed il trattamento umano dei prigionieri, che magari non viene sempre rispettato. Ultimamente le donne della brigata Ariete hanno addestrato una decina di colleghe irachene della polizia su come perquisire e trattare con il gentil sesso, sempre un problema nei Paesi musulmani.
Il corso per i poliziotti dura sei settimane presso Camp Ur, ricavato nella vecchia base del contingente italiano che sorge in un ex centro di addestramento dell’armata di Saddam. Un’area ristrutturata dove si trova anche la caserma dei due nuovi battaglioni di fanteria irachena addestrati dagli italiani e comandati dal generale Saad. Millesettecento uomini che svolgono attività di controllo del territorio assieme ai soldati italiani. Oltre alle caserme gli italiani hanno fatto costruire una nuova prigione per 750 detenuti e messo in piedi una centrale operativa di emergenza attraverso la quale è possibile coordinare l’intervento di polizia, dei vigili del fuoco e delle ambulanze.
Inoltre il contingente italiano è impegnato con le unità Cimic, che si occupano della cooperazione civile-militare, nel settore umanitario e della ricostruzione. Nella provincia di Dhi Qar si è focalizzata l’attenzione su scuole e ospedali. I grandi ospedali di Nassirya sono stati ristrutturati e aiutati con apparecchiature e medicine. Non solo: è stata creata o migliorata una rete di poliambulatori distribuita nella provincia. Centinaia di scuole sono state ristrutturate oppure fornite di banchi, lavagne o materiale didattico adeguato. La grande centrale elettrica di Nassirya, che dopo la guerra forniva appena quattro ore di corrente, ora ne garantisce 12 grazie agli ingegneri del contingente italiano. Strade e reticoli fognari sono in via di realizzazione.
Per non parlare degli aiuti umanitari consegnati alla popolazione grazie alla disponibilità di qualche organizzazione governativa italiana, purtroppo sempre troppo poche.

Da settembre il Cimic della Brigata Ariete ha consegnato 5 tonnellate di generi alimentari, 600 chilogrammi di vestiario, 5.500 giocattoli e fornito a 15 istituti scolastici arredi, zaini per gli studenti oltre ad attrezzature di palestra.

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