Cronaca locale

«I soldi per l’Expo? Per ora ce li ha messi soltanto il governo»

«Roma è l’unico ente che al momento sta mettendo soldi per l’Expo. Adesso tocca agli enti locali e ai privati». La stoccata arriva dal viceministro delle Infrastrutture Roberto Castelli. «Detto da un leghista può sembrare strano, ma è il momento che anche gli altri facciano la loro parte».
E subito scattano le reazioni lombarde. Per primo il governatore che assicura: «La Regione ha messo più del dovuto» e replica che soldi dello Stato già disponibili non ce ne sono poi molti. «Mettere fondi è una parola grossa, per ora il governo ha stanziato e confermato tutti gli stanziamenti, ma la società sta funzionando con i versamenti degli enti locali e in particolare quelli della Regione e del Comune». In serata il ministro precisa: «Non mi riferivo alla Regione, ma ad altri enti locali e soprattutto ai privati. Non volevo fare alcuna polemica. Sono tifoso dell’Expo. Volevo segnalare che tutti devono fare la loro parte giorno per giorno». Palazzo Marino ricorda gli oltre tre milioni di euro versati per la costituzione della società, un primo mutuo di 143 milioni per la M5 e un secondo di 169 per la M4. «Il Comune ha sempre fatto la sua parte ed è pronto a continuare. Attendiamo che il Cipe faccia la propria».
La Camera di commercio garantisce: «Faremo la nostra parte con quanto previsto nel dossier di candidatura». E Lucio Stanca, amministratore delegato della società di gestione Expo 2015 ha escluso problemi: «Ho una bellissima collaborazione con tutti i soci, c’è l’impegno ai finanziamenti, poi strada facendo definiremo meglio tutto». Il progetto del sito Expo (il cosiddetto masterplan concettuale) è stato realizzato al risparmio e la speranza dei soci è che gli stanziamenti possano essere ridotti. Una questione che sarà discussa a breve. Castelli riepiloga gli stanziamenti: 5,16 milioni dal ministero delle Infrastrutture come seconda tranche (appena messa a disposizione), perché la prima tranche da 4 milioni è stata stanziata dal Tesoro per l’aumento di capitale della società.

«Dei 4 miliardi complessivi previsti - ricorda Castelli - tolte le infrastrutture, 1,480 spettano al governo, ma il resto agli enti locali e ai privati».

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