Con i soldi del padre assolda due sicari per farlo eliminare

Reggio EmiliaAssieme alla mamma, non ne poteva più delle vessazioni del padre, così ha deciso di farlo uccidere. Una ragazza mantovana di 19 anni, Ilenia Moretti, residente a Luzzara, in provincia di Reggio, aveva assoldato due killer per sopprimere papà Rodolfo, 42enne di professione facchino. È stata fermata dai carabinieri che temevano un terzo tentativo: il primo, l'8 di gennaio, riuscì soltanto a ferire la vittima, a coltellate, il successivo non ha portato a compimento l'incarico affidatogli dalla figlia, anzi ha raccontato tutto ai carabinieri. Nell'inchiesta sono indagati anche la madre Roberta (a piede libero) e un mantovano di 26 anni, Davide Giorgi, di Suzzara, amico della ragazza, fermato per concorso morale nel tentato omicidio di due mesi e mezzo fa. L'ipotesi degli inquirenti, coordinati dal pm Valentina Salvi, è che il piano servisse a interrompere le vessazioni che il padre e marito metteva in atto nei confronti delle donne di famiglia, ma ancora non ci sono riscontri a questa causa scatenante: Ilenia è stata fermata per concorso in tentato omicidio.
Il giovane amico della figlia aspirante assassina aveva individuato il primo sicario, indicandogli Rodolfo Moretti e spiegandogli come aggredirlo. Quel primo episodio, apparentemente senza movente, portò all’arresto di un mantovano di 22 anni, Alex Granata, che all’una e mezzo di notte, nei pressi di una rotonda, aggredì da dietro e accoltellò a una spalla la vittima, in strada, a Luzzara. Arrivò nel paese padano in bicicletta, in tasca un coltello da macellaio e uno a serramanico. Il facchino stava per salire in macchina, per andare al lavoro, in un mulino, riuscì a difendersi grazie al karate che pratica da tempo, quindi a disarmare e immobilizzare l'aggressore.
«Non lo conosco - disse il mancato esecutore -, né l'ho mai visto prima, mi stava soltanto antipatico». Una ricostruzione che non aveva convinto i carabinieri di Guastalla, nella Bassa reggiana, tant’è che iniziarono a indagare nell’ambiente familiare dell’accoltellato. L’aggressore fu condannato a cinque mesi, parlò di un raptus inspiegabile.
Nel frattempo Ilenia riparlò con la madre, entrambe decisero di riprovarci, nonostante il primo fallimento. Il 17 marzo, in stazione a Guastalla, sempre nella Bassa fra Reggio e Mantova, fu scelto il secondo incaricato, uno straniero, apparentemente a caso: venne incentivato con un pagamento anticipato, di 5.000 euro, una cifra che la stessa vittima inconsapevolmente aveva consegnato alla figlia-carnefice. «Vado qualche settimana in vacanza negli Stati Uniti». Per papà Rodolfo quei soldi erano tanti, eppure li concedeva volentieri a Ilaria, per vederla felice. Il secondo killer però non aveva reali intenzioni omicide: sabato si è rivolto ai carabinieri raccontando tutta la storia.
«Il movente è al vaglio - spiega il comandante dei carabinieri di Reggio, Raffaele Fichera -, la ragazza ha ammesso le sue responsabilità, erano coinvolte più persone e dunque controlliamo la posizione di tutti. Non ci sono motivi, invece, in questo momento, per trattenere in carcere la madre». Ora potrebbe essere rivista anche la posizione di Alex Granata, condannato in primo grado per semplici lesioni.
Un dramma assurdo in una famigli all’apparenza normalissima.

La moglie di Moretti contabile in un ente cattolico, lui che aveva lasciato gli allevamenti di suini e ora lavorava in un mulino. Ieri però si è preso un giorno di ferie ed è sparito. Forse per aver tempo di cercare una spiegazione. Da dare prima di tutto a se stesso.

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