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I sondaggisti premiano la trasferta: «Una spinta per la Casa delle libertà»

Abacus: «Gli italiani all’estero faranno ancora recuperare il centrodestra»

Gian Maria De Francesco

da Roma

La visita di Berlusconi negli Stati Uniti ha avuto un impatto positivo in termini elettorali per la Cdl. Ne sono convinti i principali sondaggisti che continuano a notare non solo un recupero del centrodestra nelle intenzioni di voto degli elettori italiani, ma anche a livello di winner sentiment, ossia di previsione della coalizione vincitrice.
Carla Natali, responsabile del settore socio-politico di Tns-Abacus, è prudente nel valutare quantitativamente l’impatto del discorso del presidente del Consiglio al Congresso Usa, ma ne riconosce la valenza positiva. «Solo nelle prossime settimane si potrà verificare appieno se la visita del presidente Berlusconi negli Stati Uniti abbia avuto solo un’influenza passeggera sull’elettorato spostando parzialmente un 1/1,5% di consensi (tra i 400 e i 600mila voti, ndr) o se sia trattato di uno di quei fenomeni in grado di orientare in maniera decisiva l’elettorato».
Ma c’è di più. «Comunque - aggiunge - nei nostri sondaggi poniamo sempre la domanda “Chi pensa che vincerà le prossime elezioni?” e il centrosinistra è sceso dal 55% del 9 gennaio al 53% del 27 febbraio, mentre la Casa delle libertà ha recuperato dal 43 al 46%». La forbice tra le due coalizioni si è quindi ristretta da 12 a 7 punti percentuali in poco meno di due mesi. «L’esito - sottolinea - non è affatto scontato e ci aspettiamo che questa differenza si restringa ulteriormente. Anzi crediamo che la prossima settimana il centrodestra, anche in virtù dell’effetto Berlusconi, recuperi ulteriormente a meno di fatti imprevedibili».
Secondo Natali c’è un altro fattore da considerare. La visita di Berlusconi negli Stati Uniti ha reso ancor più visibile la figura del presidente del Consiglio agli italiani all’estero che eleggeranno dodici deputati e sei senatori. «L’impatto - spiega - è positivo anche perché il presidente si è recato in un’area dove può aver fatto presa su quel particolare bacino elettorale».
Renato Mannheimer, invece, ha interpretato in chiave elettorale la visita del premier negli Usa e l’ha descritta come un tentativo di recuperare la fiducia di quel 5-10% del proprio elettorato ancora incerto. «L’obiettivo - ha detto - è sempre lo stesso: mobilitare quelli che lo hanno votato nel 2001 e che adesso non sanno se votarlo o no». Secondo il sondaggista «sarebbe una tattica sbagliata cercare di strappare voti al centrosinistra in quanto è molto più faticoso». Berlusconi, ha spiegato Mannheimer, «va da quelli che sono i suoi ex fidanzati, che non si sono sposati con il centrosinistra e che non sanno bene cosa fare. Questi ultimi potrebbero dire: “Non ho più tanta fiducia in lui, ma se gliela dà Bush perché non devo dargliela io?”».
Dell’impatto favorevole alla Cdl della visita del premier negli Usa è sicuro anche Alessandro Amadori di Coesis Research. «Ci stiamo organizzando - dice al Giornale - per misurare le conseguenze della visita del premier perché ha rappresentato un evento importante che non può essere esaminato a tavolino. Ma soprattutto stiamo cercando di stabilire come può aver agito sugli incerti». Ma Amadori valuta positivamente anche l’abilità del premier nell’essere riuscito a veicolare un messaggio delicato come la necessità di un atlantismo vero e senza remore che unisca Europa e Stati Uniti nell’esportazione del modello democratico e liberale in tutto il mondo. «È riuscito a trasmettere un’immagine positiva di se stesso e di questo terremo conto nel tracking che stiamo effettuando». Secondo Amadori, tuttavia, bisognerà aspettare ancora qualche settimana per comprendere in tutti i suoi risvolti l’andamento della tenzone elettorale. «Come diceva Sun Tzu ne L’arte della guerra - sottolinea - “i combattimenti sono una questione di pieno e di vuoto” e ora siamo più in una fase di attesa perché l’elettorato sta elaborando le indicazioni ricevute in questa prima fase di campagna». Insomma, solo verso metà marzo «ci potrà essere un quadro più chiaro e lì si giocherà la partita».
Carlo Buttaroni di Unicab, invece, ritiene che «un singolo evento ha un impatto limitato sugli elettori perché sulle scelte incidono diversi elementi». Tuttavia, l’esperto non nega che il discorso al Congresso abbia inciso a favore della Cdl.

«L’evento - spiega - ha dei lati positivi anche se difficili da valutare, ma la reazione del centrosinistra è stata incentrata sulla par condicio che è un argomento che interessa poco l’opinione pubblica e che non può bilanciare la portata di un intervento al Congresso e di un premio ricevuto negli Usa».

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