Dopo i tagli a rischio pure le spese fisse

A causa dei tagli, contenuti nelle ultime manovre del governo, nel prossimo bilancio la Regione Lombardia rischia di non riuscire a coprire neppure le spese obbligatorie.
A lanciare l’allarme sono il presidente della Regione, Roberto Formigoni; l’assessore al Bilancio, Romano Colozzi, e il vicepresidente, Andrea Gibelli, durante la conferenza stampa a Palazzo Pirelli sul rendiconto della riunione di maggioranza sul primo esame al bilancio di previsione.
«Imposteremo - ha detto Colozzi - il bilancio di previsione partendo dalle spese obbligatorie, però il tetto di stabilità è talmente basso che non ci stanno dentro neppure tutte le spese obbligatorie». Colozzi, comunque, ha mostrato un cauto ottimismo sulla possibilità di recuperare alcune risorse: «Il cantiere della finanza pubblica è continuamente aperto ed è difficile fare bilanci perchè alcune cifre si sono stabilizzate, altre sono ancora in movimento, perchè sono in corso tavoli col governo».
Per quanto riguarda il tetto di stabilità (la somma massima che una Regione può spendere in un anno), l’assessore al Bilancio ha sottolineato che «nel 2010 ammontava a 4,5 miliardi; nel 2011 a 3,8 e nel 2012 c’è un ulteriore diminuzione di 400 milioni», che porta il tetto a 3,4 miliardi, con un taglio complessivo di 1,1 miliardi.
Inoltre, altra nota dolente, sono i trasferimenti dello Stato alla Regione, ridotti di 1,5 miliardi.
Dei tagli risente anche la capacità di investimento della Regione, che passa da 450 milioni nel 2011 all’ipotesi di 330 milioni nel 2012 (-30%). In particolare sono due i settori che risentiranno dei tagli: il trasporto pubblico locale su ferro e le spese sociali.


Per quanto riguarda il primo, «l’anno scorso - continua Colozzi - erano 2,55 miliardi i trasferimenti al sistema regioni; in questo momento a bilancio ci sono 400 milioni per tutta l’Italia». Sulle spese sociali invece 2 anni fa c’erano «1,1 miliardi e nel 2012 sono previsti zero euro».

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica