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«I talebani controllano il 72 per cento del Paese»

Un think tank, l’Icos (ex Senlis), lancia l’allarme sull’Afghanistan: i taleban hanno una presenza permanente sul 72% del territorio e assediano ormai Kabul. Ma la Nato ridimensiona il dato: gli insorti sono presenti su meno della metà del paese. Intanto però nel vicino Pakistan i taleban locali per il secondo giorno consecutivo hanno dato fuoco a decine di mezzi di trasporto carichi di rifornimenti per le forze dell’Alleanza in Afghanistan.
Il Consiglio internazionale sulla sicurezza e lo sviluppo (Icos), in passato noto come Consiglio Senlis, ha sede in Brasile. Secondo il suo ultimo rapporto, «i taleban hanno adesso una presenza permanente nel 72% del paese», mentre l’anno scorso l’avevano solo sul 54%. L’Icos parla di presenza permanente dei taleban dove nell’arco di un anno si verifica almeno un attacco alla settimana.
Per il think tank, i taleban «stanno stringendo il cappio» intorno alla capitale Kabul, «stabilendo basi vicino alla città, dalle quali lanciano attacchi». Lo studio è solo l’ultimo di una serie di rapporti allarmanti sulla situazione in Afghanistan diffusi negli ultimi tempi da istituzioni indipendenti, che parlano di ribelli in avanzata e di un sostanziale fallimento degli sforzi militari ed economici dei paesi occidentali.
Per la Nato però, i dati dell’Icos sono sbagliati. «I taleban sono presenti solo nel sud e nell’est, che sono meno del 50% del Paese», ha commentato il portavoce dell’Alleanza, James Appathurai. Per il governo afghano, «oltre alla discutibile metodologia e alla confusione concettuale, il rapporto ha male interpretato le sporadiche, terroristiche e mediatiche attività dei taleban».
A riprova della loro capacità operativa, ieri gli studenti islamici hanno replicato l’attacco di domenica alle retrovie della Nato in Pakistan. Come domenica, nei pressi di Peshawar un commando di oltre 200 ribelli ha assaltato un deposito dell’Alleanza e dato alle fiamme decine di camion carichi di rifornimenti per le forze in Afghanistan. Attacchi che comunque, ha fatto sapere il Pentagono in serata, hanno avuto «un impatto insignificante» sulla logistica delle forze alleate.


Il comandante dell’Isaf, il generale Usa David McKiernan, in una intervista a Usa Today ha detto che il 2009 sarà un anno di «dura battaglia» in Afghanistan e che gli Stati Uniti devono raddoppiare il loro contingente militare nel paese, dalle attuali 32.000 unità a 60.000, per far fronte all’aumento della violenza nel Paese.

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