I tecnici avvertono Monti: "La tassa sui capitali scudati è difficile da applicare"

Il Servizio studi del dipartimento bilancio della Camera avverte il governo sulla tassa sui capitali scudati: "Potrebbe non trovare applicazione sul complesso dei capitali già emersi"

I tecnici avvertono Monti: "La tassa sui capitali scudati è difficile da applicare"

La tassa sui capitali scudati? "Potrebbe non trovare applicazione sul complesso dei capitali già emersi". Parola del Servizio studi del dipartimento bilancio della Camera che specifica: "Pur considerando la quantificazione del gettito potenziale coerente con i dati disponibili sui capitali finora emersi per l’effetto della normativa vigente, l’applicazione dell’imposta straordinaria prevista dall norma in esame potrebbe non trovare applicazione sul complesso dei capitali già emersi. Tale situazione potrebbe verificarsi nel caso in cui il contribuente scudato ha investito i capitali emersi in altre attività finanziarie ovvero ha spostato la sua posizione presso un altro intermediario. In tale ultimo caso, in cui il vecchio intermediario non ha la provvista e il nuovo non ha la dichiarazione riservata, non appare chiaro quale debba essere il sostituto d’imposta".

I tecnici rilevano in aggiunta che l’entrata prevista "sembrerebbe assumere carattere di una tantum, andrebbe pertanto acquisito un chiarimento del governo sui possibili effetti in termini di indebitamento netto strutturale".

Infine, con riferimento all’obbligo per gli intermediari a segnalare all’Agenzia delle Entrate i contribuenti nei confronti dei quali non è stata applicata e versata l’imposta a causa dell’intervenuta cessazione del rapporto di deposito o per non aver ricevuto la provvista, gli esperti di Montecitorio evidenziano "la necessità di acquisire chiarimenti circa la compatibilità di tale segnalazione con la garanzia di anonimato delle dichiarazioni di emersione delle attività da parte degli intermediari nei confronti dell’amministrazione finanziaria prevista dalla normativa vigente al fine di escludere effetti pregiudizievoli sulle maggiori entrate ascritte alla norma in esame".

E i tecnici hanno anche avvisato Monti ed espresso dubbi sul tema delle entrate derivanti dalle dismissioni immobiliari che costituiscono "ai fini del saldo dell’indebitamento netto entrate una-tantum" e il loro impiego "sia pur parziale, per finalità di spesa" potrebbe determinare "effetti negativi sul saldo dell’indebitamento netto strutturale". Per tali motivi, i tecnici della Camera spiegano: "Andrebbe inoltre chiarito come i procedimenti di valorizzazione previsti dall’articolo in esame si coordino con le disposizioni riguardanti l’attuazione del federalismo demaniale".

Infine, secondo i tecnici, "non viene infine esplicitato in quale misura sia prevista la destinazione delle risorse derivanti dalla dismissione e valorizzazione del patrimonio immobiliare alla finalità di riduzione del debito pubblico".

 

 

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