Sono tedeschi: gente tosta, decisa, tuttaltro che arrendevole. Hanno fatto a pezzi uno dei loro sportivi più amati: Jan Ullrich, e non solo lui. Giustizia ordinaria e sportiva si sono messe al lavoro, con lappoggio del governo, per fare chiarezza, inseguire la verità, scoperchiare il bubbone legato all«Operacion Puerto», lo scandalo doping più grande di Spagna bellamente insabbiato dagli spagnoli e scoperchiato dai soli italiani e tedeschi. Il Giornale lo denuncia da tempo, forse per primo, ponendo laccento sullingiustizia di questa giustizia che tiene conto di come soffia il vento e su quali bandiere.
Linchiesta denominata «Operacion Puerto» è stata insabbiata e larchivio di Eufemiano Fuentes, il medico al centro della rete internazionale di doping, è stato «blindato»: lo dice a chiare lettere lemittente televisiva tedesca Ard, che punta il dito contro Antonio Serrano, il magistrato iberico che ha archiviato linchiesta. Secondo il programma «Blut und Spiele», in onda questa sera, il giudice istruttore ha impedito agli investigatori della Guardia Civil di esaminare 5 computer portatili e di analizzare gli archivi del medico. Il doping sarebbe stato solo un aspetto di una vicenda caratterizzata anche dai reati di evasione fiscale e riciclaggio di denaro. A marzo, Serrano ha archiviato il procedimento e prosciolto gli 8 imputati, vista lassenza di un reato contro la salute pubblica. Contro questa decisione hanno presentato ricorso lAvvocatura dello Stato e lex corridore Jesus Manzano, il primo pentito.
Nel reportage che la Ard si appresta a trasmettere questa sera spunta anche una nuova figura, tutta tedesca: Markus China, medico di Bad Sachsa, collaboratore di Fuentes, chiamato in causa dalle confessioni di Joerg Jaksche, lex corridore della T-Mobile che ha manifestato lintenzione di collaborare con gli investigatori e le autorità giudiziarie per alleggerire la sua posizione, visto che anche lui era uno dei clienti di Fuentes.
LArd attacca il governo spagnolo, mentre gli organizzatori del Mondiale di Stoccarda ribadiscono che Erik Zabel e Alejandro Valverde non saranno i benvenuti. «Non è coerente con la volontà di uno sport pulito», ha detto Susanne Eisenmann, presidente del comitato organizzatore. «Ciò non andrebbe nella direzione che abbiamo scelto».
Zabel, come si ricorderà, ha ammesso a maggio di aver fatto uso di Epo nella stagione 1996, mentre Valverde, oltre ad avere avuto rapporti con Fuentes, deve giustificare alcune sacche di sangue con la sigla «Valv-Piti».
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