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I tedeschi a San Siro trattati sempre con i guanti

È finita con dieci minuti cronometrati di fischi, dose massiccia per tutti, compresi Burgnich, Mazzola e Boninsegna freschissimi reduci da quell’infinito 4-3 all’Azteca. E dall’altra parte ancora loro, Maier, Beckenbauer e Muller. Milano, 24 agosto 1970, Bayern in amichevole ad aprire la stagione, 0-0, cipolle a merenda, la gente riempie San Siro ancora abbagliata dal mondiale messicano, c’è Burgnich che inizia da libero, i giovani Righetti e Bellugi, Fabbian subito battezzato il nuovo Bertini, Frustalupi in regia, Corso di notte. La cronaca mette tristezza, Fabbian alla mezz’ora colpisce uno come Breitner al volto e lo manda in clinica, Bellugi stende Maas in area ma l’attento Carminati di Milano non se la sente. C’è anche Heriberto Herrera, un azzardo pensare che quell’Inter avrebbe vinto il campionato recuperando otto punti al Milan, con Invernizzi al posto di HH2.
Solo un’amichevole del Bayern a San Siro. Comunque, siccome essere superstiziosi porta una sfiga pazzesca e per fortuna nel calcio la scaramanzia non ha residenza, è ora che il Bayern a San Siro ci lasci lo scalpo perché finora fra amichevoli, Uefa e Champions se l’è sempre cavata e sarebbe bello se sfruttasse l’occasione. L’Inter non l’ha bastonato neppure quando ha chiesto rinforzi al Milan. Il 17 novembre 1980 si gioca per dare un aiuto ai terremotati dell’Irpinia, i due Baresi assieme con Oriali e Collovati ancora rossonero, Buriani che corre per Beccalossi, Bordon in porta con Bini, Altobelli davanti, in regia Prohaska, finisce 2-1 per i tedeschi, il gol cittadino lo fa Antonelli.
Quattro anni dopo l’Inter è su Rummenigge e Karl Heinz viene a San Siro con il fratello per alzare il compenso della sua cessione con un buon incasso. È il 15 maggio dell’84 e a Milano fa un freddo boia, piove e tira vento, a vedere l’amichevole non ci va nessuno o quasi e il presidente Ernesto Pellegrini ci rimane malissimo. Nell’Inter ci sono Zenga, Ferri, Bergomi, Muller, Beccalossi, Bagni e Altobeli con Muraro, nel Bayern oltre ai fratelli Rummenigge c’è poca roba, un grande Pfaff in porta e l’immenso Augenthaler dietro. La partita è presentata alla grande con i dubbi del presidente nerazzurro: arriva il tedesco e adesso cosa me ne faccio di Altobelli? Dodicimila persone a San Siro non si vedono, piove talmente forte che non ci sono neppure i portoghesi ai cancelli ad aspettare il momento buono per scavalcare. La leggenda vuole che si decida di fare qualcosa per giustificare la presenza di quei quattro poveracci sugli spalti, segna proprio Rummenigge di testa a otto minuti dalla fine, Muraro pareggia all’89’.
Terrore e disgusto, arrivano le partite che contano, la più assurda si gioca sotto Natale ’88, è l’ottavo di ritorno Uefa dopo quella sciabolata all'Olympiastadion di Monaco con Serena e Berti che attraversano la Baviera palla al piede, la depositano, e diventano amici per la pelle. Giovanni Trapattoni in panchina sta per vincere lo scudetto dei record, la squadra non perde mai, il Bayern per eliminarla deve vincere 3-1, capirai. In sette minuti segnano Wohlfarth, Augenthaler e Wegmann. Andy Brehme è nello spogliatoio infortunato sul lettino. Vede scendere il dottore pallido e claudicante e gli fa: «Dottore, non faccia così, mica staremo perdendo 3-0...?».

Il dottore crolla, nella retina il Trap a Monaco che accovacciato arriva fino alla bandierina del corner.
L’ultima maledizione è di cinque anni fa, i tedeschi riattraversano le Alpi e segnano con Makaay e Podolski a tempo scaduto, quando gli ospiti educati ritirano i cappotti, ringraziano e si scusano per il disturbo.

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