da Roma
La legge sulle coppie di fatto del governo Prodi è contraria alla Costituzione. Un punto che mette daccordo nel centrosinistra lUdeur di Clemente Mastella e il gruppo dei teodem della Margherita e nel centrodestra il fronte cattolico dei teocon, che si riconosce tra laltro nellassociazione Valori e Libertà. Lo scontro intorno al disegno di legge per il riconoscimento dei diritti dei conviventi si fa sempre più aspro. Il governo, come aveva già annunciato Romano Prodi, non intende fare passi indietro e insiste nel portare avanti un suo ddl. Ma laccordo nella maggioranza non cè e non si trova. Impossibile superare lo scoglio della registrazione o certificazione allanagrafe contenuta nellarticolo 1 giudicato incostituzionale dal fronte del no ai Pacs. E infatti il testo messo a punto dai ministri per le Pari opportunità Barbara Pollastrini e della Famiglia Rosy Bindi, non è ancora approdato in Consiglio dei ministri. Nonostante le pressioni di Ds, Verdi, radicali e comunisti non si parlerà di unioni civili almeno fino al 16 febbraio al rientro di Prodi dallIndia. Il ddl non era allordine del giorno e il Guardasigilli aveva già fatto sapere che se si fosse aperta una discussione sulle unioni civili si sarebbe alzato e se ne sarebbe andato.
Linsistenza del premier per uniniziativa dellesecutivo viene giudicata «arrogante» da Gianfranco Fini. Il leader di An ritiene pure che «su questa questione il governo non abbia la maggioranza». E certamente se e quando il ddl approderà in Senato non avrà vita facile. Il fronte dei teodem è particolarmente agguerrito a Palazzo Madama dove il centrosinistra si gioca la maggioranza su un pugno di senatori. E ieri i senatori Paola Binetti, Luigi Bobba, Emanuela Baio Dossi insieme con i deputati Marco Calgaro e Dorina Bianchi hanno ribadito le loro ragioni. «Vogliamo più famiglia e meno Pacs», ha insistito la Binetti. E che il loro leader Francesco Rutelli si sia detto favorevole al ddl governativo non li sposta di un millimetro. «Non possono costringerci a votare una legge che non condividiamo», tagliano corto i teodem. Il ds Franco Grillini accusa: «Ormai siamo alla barzelletta: cè stata la rottura su un aggettivo cioè disgiunto - dice -. La verità è che il Vaticano non vuole che si vada allanagrafe a rendere una dichiarazione congiunta». Ma la Binetti non ci sta. «Non stiamo facendo bizantinismi linguistici - dice la senatrice -. Il nostro sforzo è teso a marcare le differenze tra la famiglia e gli altri tipi di unione». I teodem chiedono il rispetto del programma dellUnione dove non si parla di diritti delle coppie ma di diritti delle persone nella coppia. In sostanza respingono qualsiasi ipotesi di registrazione allanagrafe della coppia in quanto tale, rifacendosi a una legge sulle convivenze (il dpr 223 dell89) che, spiega la Baio Dossi, è già strumento efficace per individuare chi può avere accesso ai diritti di cui parlerà la legge.
Si richiamano alla famiglia, così come viene definita dalla Costituzione, anche i rappresentanti dellopposizione che ieri hanno lanciato una mobilitazione bipartizan contro il ddl sulle unioni di fatto.
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