da Roma
Proseguono le indagini della Procura della Repubblica del Tribunale di Palermo nellaccertamento delle responsabilità del disastro aereo avvenuto il 6 agosto 2005 al largo della città siciliana in cui morirono 16 persone mentre altre 23 rimasero ferite.
Laltro ieri sono stati ascoltati due controllori di volo in servizio a Roma, il pilota della compagnia Air One che per primo avrebbe visto in mare il relitto dellAtr 72 della Tuninter e il comandante-pilota dellAlitalia, Flavio Sordi, esperto in sicurezza del volo ed investigazioni aeronautiche. E adesso emerge un particolare inquietante: il pilota «ufficiale» dellAtr, il giorno del disastro, si sarebbe rifiutato di prendere il comando del velivolo. La circostanza è stata rivelata con una istanza che lavvocato Davide Romano - nel procedimento tutela gli interessi della Uil Trasporti, dellAnpav assistenti di volo, di un superstite e di una parente di una vittima - ha presentato alla Procura di Palermo. Nel documento si fa anche il nome del pilota che si era rifiutato di salire sul velivolo, poi affidato al comandante Chefik Gharby.
Secondo Romano, la circostanza del rifiuto del primo pilota è di «fondamentale importanza per la conduzione delle indagini», perché potrebbe «modificare anche il capo di imputazione, da disastro colposo a strage, e potrebbe coinvolgere altri soggetti e responsabili che attualmente non risultano indagati».
Protestano però i legali dei parenti di una vittima di quel disastro, Vito DAstici e Nicola Ferdinando Persico. «Avremmo preferito - spiegano - che linformazione restasse riservata in attesa di conoscere i contenuti delle dichiarazioni rese. Riteniamo grave che la notizia sia stata divulgata, in quanto potrebbe pregiudicare lesito di ulteriori approfondimenti».
Nellaudizione di venerdì a Roma, il comandante Alitalia Flavio Sordi avrebbe riferito al pm Marzia Sabella sulle fonti che gli hanno consentito di individuare il pilota tunisino che, il giorno del disastro, si sarebbe rifiutato di prendere il comando del velivolo.
Polemizza anche la madre di una dell vittime del disastro, Rosanna Albergo Baldacci: «Queste dichiarazioni - dice - vengono ripetute da mesi senza che poi vengano fornite le prove di ciò che si afferma. Ciò ci causa altro dolore e quindi chiedo agli organi di stampa che si faccia maggiore attenzione nel divulgare certe particolari notizie».
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