da Milano
Giornata nera, ieri, per le Borse europee protagoniste di uno scivolone sul finale, mentre i listini americani alla fine hanno girato in positivo. A preoccupare i mercati è la situazione nel settore dei mutui e dei crediti «subprime», ovvero ad alto rendimento e alto rischio, negli Stati Uniti. Leffetto domino è partito dai mercati asiatici: Tokio, anche a causa delleccessivo apprezzamento dello yen sui mercati valutari, ha archiviato con un calo del 2,9% la seconda peggiore seduta del 2007. A Milano il Mibtel ha ceduto il 2,23% e lS&P/Mib il 2,45%; nel resto dEuropa, il Cac 40 (Parigi) ha perso il 2,40%, il Dax (Francoforte) il 2,66%, lindice Ftse 100 (Londra) il 2,4%, mentre a Zurigo la frenata dello Smi è stata del 2,85 per cento. Lindice Dow Jones 600, che raggruppa i maggiori titoli del Vecchio continente, ha lasciato per strada il 2,66 per cento. Le piazze europee hanno toccato i minimi da quasi 3 mesi e mezzo. Complessivamente sono stati bruciati nella seduta di ieri circa 226 miliardi di capitalizzazione.
A New York, intanto, i timori del mercato sono per un diffondersi incontrollato dei default anche al di fuori dei mutui «subprime», quelli su cui finora si sono verificate la maggior parte delle insolvenze che rischiano di provocare il crac di New Century Financial, il secondo operatore americano nel settore delle concessioni dei mutui ad alto rischio. Tutti i titoli finanziari e bancari sono sotto attenzione. «Cè la possibilità che le difficoltà del mattone, specie nel settore dei mutui e nello specifico nei subprime, possano contagiare significativamente il resto dei mercati finanziari», ha spiegato allagenzia Bloomberg, Michael Vogelzang, capo degli investimenti del fondo Boston Advisors. Wall Street e il Nasdaq, comunque, dopo un inizio di giornata incerto hanno chiuso in rialzo, rispettivamente, dello 0,47% e dello 0,90%. Il timore, però, è che la crisi delle insolvenze dei mutui, se dovesse ampliarsi e toccare anche i finanziamenti di qualità superiore ai «subprime», possa finire per intaccare le commissioni delle banche e forzarle a stringere i cordoni delle borse, erogando di conseguenza meno crediti al settore immobiliare.
Intanto a New York a tremare sono i colossi finanziari che hanno puntato, durante il recente boom del mercato immobiliare, sui mutui ad alto rischio. Un eventuale fallimento delle società attive nel mercato «subprime» implica che banche daffari del calibro di Jp Morgan, Hsbc e Merrill Lynch rischino di non rivedere i prestiti che hanno erogato.
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