Roma - Il fermo è sospeso. La partita è stata più lunga del previsto. Dopo l'ennesimo incontro-scontro (cominciato alle 14,30 e durato più di due ore) sul ring della trattativa governo e sindacati degli autotrasportatori si erano chiusi nell'angolo a rilflettere. O meglio, gli autisti dei tir hanno valutato le proposte che il ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi e il sottosegretario del premier Enrico Letta hanno offerto. Chiedendo in cambio la sospensione dello sciopero. Le associazioni di categoria prima hanno tenuto duro: "Il blocco rimane, ma garantiamo i servizi essenziali: latte, medicinali e benzina". La replica del responsabile della Cna Fita, Maurizio Longo. Poi la decisione: "Togliamo i blocchi".
Ok alla proposta "Preso atto delle proposte avanzate dal Governo che vanno nella direzione delle richieste della categoria, come ad esempio il contratto obbligatorio scritto, le tariffe minime, l’osservatorio sui costi, la strategia dei controlli e gli interventi sul gasolio, Confartigianato Trasporti e Cna Fita hanno deciso - si legge nella nota - la sospensione del fermo nazionale dei servizi di autotrasporto merci. Le organizzazioni giudicheranno l’operato del governo sulla base del mantenimento degli impegni assunti nei confronti della categoria".
Letta: "Ritorno alla normalità" Da parte loro il governo e la maggioranza stanno lavorando per trovare spazio in finanziaria ad alcune delle misure in favore dell’autotrasporto che hanno portato alla sospensione delle protesta. "Contiamo che la normalità possa tornare nel Paese nelle prossime ore" afferma il sottosegretario alla presidenza del consiglio Enrico Letta. "Il governo - prosegue Letta - è soddisfatto di questo esito. È stata una trattativa molto complicata, soprattutto per le modalità del fermo ed i disagi che il Paese ha subito. Il governo ha agito con fermezza per il ripristino della legalità. Oggi il ripristino della legalità ha cominciato ad essere messo in pratica. Allo stesso tempo ha cercato una soluzione per venire incontro ad alcuni dei problemi della categoria. La soluzione finale è equilibrata".
Benzina sotto scorta I distributori di benzina sono ormai quasi tutti a secco sulla rete ordinaria e sulle autostrade si rischia la paralisi. "La protesta degli autotrasportatori - dichiara Martino Landi presidente Faib in una nota - ha generato una situazione insostenibile per la mobilità stradale e autostradale. Al momento tutti i distributori della rete ordinaria sono a secco salvo rare eccezioni. È preoccupante la situazione dei blocchi stradali che impediscono il rifornimento e l’uscita delle autobotti dai depositi". In molte città d'Italia le prefetture stanno impiegando le forze dell'ordine per presidiare i distributori di benzina. E la situazione è drammatica anche per gli alimentari: molti supermercati hanno gli scaffali vuoti. Intanto, Autostrade fa sapere che non si registrano più blocchi totali sulla rete, ma solo rallentamenti e code: il gasolio è disponibile nel 70% delle aree di servizio della propria rete e la benzina nel 90%.
2.500 agenti La polizia sta impiegando oltre 2.500 agenti per garantire in tempi rapidi il ritorno alla normalità. Il dipartimento di pubblica sicurezza sta monitorando le varie realtà locali e registra segnali positivi in alcune regioni, come l’Emilia Romagna, la Toscana, la Sicilia occidentale, la Puglia, il Friuli Venezia Giulia. Ovunque si sta favorendo l’afflusso e la disponibilità dei beni e dei servizi essenziali. Dove restano i blocchi - fa sapere il Viminale - si stanno rilevando puntualmente le violazioni all’ordinanza, che saranno perseguite come previsto dalla legge. Le questure stanno anche procedendo a trasmettere le segnalazioni dei comportamenti illegali al ministero dei Trasporti perché questo possa verificare i presupposti per la prevista revoca della licenza.
La procura di Roma indaga sui blocchi Interruzione di pubblico servizio: è il reato ipotizzato dalla procura di Roma che ha aperto un’inchiesta sul blocco dei tir esclusivamente per quanto riguarda la zona di Roma Sud, quella di competenza dalla procura capitolina L’indagine è stata aperta perché nella informativa si precisa che il blocco oltre a impedire il passaggio degli automobilisti ha paralizzato la circolazione di benzina, derrate alimentari e generi di prima necessità. Per quanto riguarda gli altri blocchi attorno alla capitale, questi sono di competenza delle procure di Rieti (Roma Nord) e Tivoli (Roma Est). Una informativa della polizia, con i numeri di targa dei tir bloccati dagli autotrasportatori, è giunta oggi nella procura della capitale. I proprietari dei mezzi saranno ora identificati. L’indagine è stata affidata ai procuratori aggiunti Gianfranco Amendola e Nello Rossi nonché al pm Rodolfo Sabelli.
Danni Iniziano a circolare le prime stime sui
danni causati dallo sciopero dei tir: secondo Federdistribuzione, l’associazione che raggruppa la maggioranza delle imprese della grande distribuzione organizzata, si "potrebbero facilmente superare i 2 miliardi di euro".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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