I titoli M&C crollano, ma De Benedetti compra

Strani affari a Piazza Affari: De Benedetti sfiora il 20%, strapagandolo. Il genero Nati è salito oltre il 5%. Però non lancerà l’Opa attesa dagli altri soci. E le azioni cedono il 5,5%. Dal flop in Belgio al crac Olivetti: 20 anni di scivoloni

I titoli M&C crollano, ma De Benedetti compra

Giulio Piovaccari

Il destino della sua creatura, Management & Capitali, deve essere ben chiaro nella mente di Carlo De Bendetti, ma agli occhi degli altri azionisti la vicenda è sempre più avvolta dal mistero. L’Ingegnere immagina alleanze, disfa quelle vecchie, ma al mercato non è dato sapere dove finirà la società più contesa dell’estate per la quale, e qui sta il paradosso, al momento non c’è nessuna offerta che abbia una sola possibilità di successo. È saltata infatti anche la possibile Opa di Alessio Nati, il finanziere, guarda il caso, marito di una delle figlie di primo letto dell’attuale moglie dell’Ingegnere.

Nati, sollecitato dalla Consob, ha comunicato che non promuoverà alcuna Opa sul fondo «salvaimprese», aggiungendo però di aver rilevato, con validità dal 21 agosto, un pacchetto del 5,3%, con possibili ulteriori acquisti di titoli M&C. E mentre se ne resta a bocca asciutta il mercato, che la settimana scorsa aveva seguito gli acquisti dell’Ingegnere, infiammando il titolo M&C in Borsa, Carlo De Benedetti rastrella un altro 1,3% della società, a 19 centesimi di euro ad azione, salendo al 19,63%. Dunque confermando la strategia già delineata nei giorni scorsi: comprare a prezzi rigorosamente superiori a quelli delle due Opa ufficialmente in campo, quella dei Segre (attraverso Mi.Mo.Se) e quella di Giovanni Tamburi (attraverso Tip).
L’Ingegnere chiaramente attribuisce a M&C una valutazione più alta, quindi non aderirà a nessuna delle due Opa era ormai chiaro. Anche se sorge il sospetto che a De Benedetti non sarebbe dispiaciuto passare la mano ai Segre, cui lo legano storici rapporti «torinesi» e che si sia mosso solo dopo che Tamburi ha deciso di giocare la sua partita. Ma il passo indietro di Nati, la cui offerta era parsa lo sbocco naturale della vicenda, riporta un grosso punto interrogativo sui destini di M&C.

Il blitz di De Benedetti per ora ha sortito due effetti: far saltare le Opa Segre e Tamburi e portare il titolo M&C sull’ottovolante. Ieri ha perso il 5,56% (chiusura a 0,17 euro), dopo una corsa in avanti di quasi cinquanta punti percentuali nelle sei sedute precedenti. Segno evidente di un mercato deluso per il tramonto della possibile offerta targata Nati. Ma, visto che non c’è stato un crollo vero e proprio delle quotazioni, anche prova del fatto che gli investitori diano per ora sostanzialmente credito alle valutazioni che l’Ingegnere ha espresso con i suoi acquisti recenti.

Un po’ di chiarezza in più potrebbe arrivare giovedì, quando la Consob, che ha acceso i riflettori sulla vicenda chiedendo ai soci dell’azienda un aggiornamento preciso sulle loro partecipazioni, pubblicherà la fotografia precisa dell’azionariato di M&C. Non è escluso peraltro, come qualcuno fa notare, che l’Authority abbia alzato le antenne anche sulla natura reale dei rapporti che, in questa partita, corrono tra De Benedetti e Nati, sebbene - va specificato -, legge alla mano, la parentela non è di per sé prova di una possibile azione coordinata tra due soggetti.

Certo è che l’arbitro di questa saga estiva è sempre di più lui, Carlo De Benedetti, che punta tutto sull’effetto «autorità»: è il primo azionista, non dice quello che farà, ma fa lo stesso capire che meglio di lui nessuno conosce l’azienda. A questo punto o arriva un’offerta a prezzi che lo soddisfano o non se ne fa niente, ovvero nessuna si compra il fondo. I Segre hanno già detto che non rilanceranno: essendo la loro offerta inferiore a quella di Tamburi (anche se, a differenza di quella concorrente, tutta in contanti), sono quasi di certo fuori dai giochi. In teoria un rilancio potrebbe arrivare da Tamburi. Ma il finanziere - si fa notare - è sembrato finora interessato soprattutto alla cassa di M&C (una cinquantina di milioni dopo la distribuzione del maxi-dividendo, valutata tra gli 11 e i 12 euro per azione) e non è detto voglia rischiare di più per aggiudicarsi il suo portafoglio partecipazioni.

Anzi, visti i malumori emersi tra lui e l’Ingegnere, legati da un patto di sindacato che ha dato più motivi di attrito che di soddisfazione, Tamburi potrebbe anche prendere la palla al balzo per incassare a prezzi convenienti e salutare.

Tramontata l’ipotesi Nati, offerte «nuove» in arrivo dall’esterno, al momento, non se ne vedono.

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