Ventiquattr'ore non stop. La macchina da guerra dei tory non si fermerà nemmeno per un momento, nemmeno durante la notte. David Cameron, il leader dei «nuovi» conservatori lo spiega ai suoi, a Blackpool, in uno look casual adatto alla maratona che lo aspetta - total black, comodi jeans e maglioncino - al fianco, instancabile la moglie Samantha in abito premaman: «Abbiamo un enorme lavoro da fare, tantissime persone da convincere. Ma abbiamo energia, dinamismo, leadership per far sì che questo Paese vada avanti». Da stasera a domani sera, giorno di chiusura della campagna elettorale, sarà la più lunga maratona degli ultimi tredici anni per i Conservatori. Pescatori, panettieri, fiorai. Il leader dei tory li incontrerà quando è ancora buio e la loro giornata è appena cominciata. «Nessun voto è scontato», spiega ai suoi, motivandoli perché la tensione non cali. Eppure i sondaggi dicono che le nubi degli ultimi giorni si allontanano. Che i conservatori guadagnano terreno proprio nei seggi in bilico e riuscirebbero a spuntarla nelle 57 circoscrizioni decisive. Ma cè di più. Cè chi prospetta un risultato persino più roseo, addirittura insperato fino a ieri: la maggioranza assoluta, seppur di appena due seggi, per i tory. Lo dice lultima rilevazione Reuters/Ipsos-Mori, ma «cautela» è la parola dordine. Perché un terzo degli elettori ammette di poter ancora cambiare opinione.
Resta il fatto che dopo il terzo dibattito televisivo in cui Cameron ha riguadagnato fiducia in sé e negli elettori, dopo la gaffe che ha dato un duro colpo a Gordon Brown, i conservatori sono di nuovo in testa e con molta probabilità, dopo anni di sconfitte, saranno primo partito nella Gran Bretagna del post 6 maggio. «Cameron sta già prendendo le misure delle tende», dice stizzito Nick Clegg riferendosi alla presunta convinzione del leader dei tory di traslocare presto a Downing Street. Il capo dei liberaldemocratici, rivelazione di queste elezioni e terzo incomodo dellormai azzoppato bipolarismo british, ha accusato ieri lavversario conservatore di «strabiliante arroganza». È la dimostrazione che nelle ultime ore di campagna elettorale la battaglia sembra essersi ridotta a una gara a due cavalli, con Clegg e Cameron a lottare fino alla fine per il voto degli indecisi. Così Clegg ha ricambiato ieri il colpo ricevuto in giornata da Cameron, che con i sondaggi in poppa sembra aver escluso lipotesi di uneventuale coalizione con i libdem. E che sembra aver già pronto un piano di governo. «Se votate tory giovedì, avrete un governo già al lavoro venerdì. Un nuovo governo, un nuovo primo ministro che porterà il Paese in una nuova direzione», ha detto Cameron a Blackpool. Parole che gli analisti politici, sommandole ad altre indiscrezioni, leggono come una chiara scelta: il leader dei tory sembra deciso ad entrare a Downing Street da solo. Troppo ingombrante uneventuale coalizione con i libdem, così diversi dai tory e così convinti a cancellare il sistema elettorale maggioritario che invece Cameron difende. Allora Cameron metterebbe in piedi un governo di minoranza, forte dellappoggio dei partiti unionisti dellUlster e convinto che né i laburisti né i libdem avrebbero il coraggio di accollarsi uneventuale voto di sfiducia nei confronti del nuovo governo in un momento di crisi così grave per il Paese. La data per la presentazione del programma di governo al parlamento è già fissata per il 25 maggio, poi ci sarebbe il voto su una Finanziaria di emergenza: una vera e propria sfida al senso di responsabilità degli altri partiti. Che comunque non smettono di sperare, Labour compreso. Mentre Brown si lecca le ferite, nel partito si pensa già alla sua successione.
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