I trucchi dei clandestini: sessanta cameriere per la casa di due stanze

Nullatenenti che si dichiarano titolari di grosse società e vogliono assumere una ventina di operai. O extracomunitari residenti in 30 metri quadrati ma che hanno bisogno di dieci domestici. Che la sanatoria per colf e badanti a Milano (la provincia italiana con il maggior numero di istanze per la richiesta di emersione dal lavoro clandestino, 43.505) si sia rivelata un flop non è una novità. I conti della prefettura parlano di 34mila pratiche esaminate (con esito positivo nel 90 per cento dei casi) e 9mila che restano ancora da smaltire. Una situazione aggravata dal fatto che il sistema telematico, previo pagamento di 500 euro all’Inps, dava l’opportunità d’inoltrare la richiesta di emersione anche a datori di lavoro completamente privi dei requisiti di legge, permettendo ai truffatori di approfittarne e di presentare un numero di domande superiori a quello previsto che indicava al massimo un collaboratore familiare e due badanti per ciascun richiedente. Il risultato è che di questi truffatori ne sono emersi parecchi, come dimostrano le recenti indagini delle forze dell’ordine. Che oltre a vere e proprie bande di delinquenti devono controllare le credenziali di migliaia di singoli finti datori di lavoro arricchitisi proprio grazie a questo business illecito ma molto fiorente.

É il caso di un milanese di 55 anni, residente nell’hinterland: disoccupato da diversi anni, risulta difficile comprendere come abbia potuto presentare ben 23 richieste di assunzione per l’emersione dal lavoro irregolare di personale domestico, perlopiù di origine pakistana e nigeriana. E un egiziano che vive in due stanze avrebbe assunto ben 59 domestici e un badante.

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