I vandali hanno le ore contate

Trovate le impronte dei vandali di Casalpalocco. I carabinieri sono a un passo dalla cattura dell’intera banda, che l’altra notte ha sfondato l’entrata posteriore del plesso della scuola Alessandro Magno, in via Theodor Herzl, dando alle fiamme l’atrio e 5 aule con libri e registri, allagando il primo piano e tappezzando le pareti di scritte inneggianti il nazismo, Mussolini e il pestaggio del cinese avvenuto a Tor Bella Monaca. Il gruppetto, infatti, quasi sicuramente composto da alunni della media statale, ha lasciato la firma.
Ieri il sindaco della capitale, Gianni Alemanno, ha chiesto agli inquirenti di fare chiarezza sulla matrice politica del gesto e di identificare gli autori della «bravata», mentre si apre l’ennesimo dibattito sulle baby gang dei quartieri «bene». I ragazzi avrebbero lasciato le loro impronte su una porta della struttura prima di distruggerla.
Così i carabinieri del gruppo Ostia, che hanno eseguito i rilievi fino a tarda notte, le hanno trovate e poi hanno spedito i reperti al Ris, il reparto scientifico dell’Arma, di Roma. Secondo fonti ufficiose mancherebbe solo il via libera del magistrato del Tribunale dei Minori e per il gruppetto di teppisti potrebbero scattare persino le manette. Gli stessi militari, dopo aver interrogato a lungo preside, dirigenti scolastici e professori, avrebbe stretto il cerchio dei sospetti su una gang, già al centro di episodi di bullismo nei mesi passati. Il ritratto dei nuovi vandali? Di buona famiglia, spesso «abbandonati» dai genitori a parenti a tate per motivi di lavoro e soprattutto annoiati.
Comitive che si riuniscono fra la sede dell’Axa e la succursale di Palocco dell’Alessandro Magno, del resto, da tempo sono segnalate a polizia e carabinieri. Il colonnello Giuseppe La Gala, che conduce le indagini, punterebbe allo stesso ambiente scolastico. Ma per il momento non dice molto. «L’inchiesta è solo all’inizio - chiosa il colonnello dei carabinieri - ma non va in qualunque direzione. Abbiamo due piste ben precise di cui una particolarmente attendibile. Parliamo di minori per cui la prudenza deve essere massima».
Intanto sono pronte anche le relazioni tecniche dei vigili del fuoco. Per gli esperti del 115 i danni maggiori provocati dalle fiamme riguardano l’impianto elettrico dell’istituto e i pannelli del controsoffitto, da rifare ex novo. Da valutare, inoltre, i problemi provocati dall’infiltrazione di acqua dal piano superiore alle mura portanti.
Su tutto un piccolo giallo: perché l’impianto d’allarme era disattivato? Grave se si pensa che la scuola è già al centro di un’inchiesta per la morte del quattordicenne Alessandro Lops, caduto dal tetto della scuola centrale per la rottura del lucernario in plexiglas.

Nonostante i recenti lavori di ristrutturazione, infatti, le cupole trasparenti risalivano alla costruzione della scuola, ovvero al 1983. Non solo. Il rapporto degli agenti di Ostia sottolinea la mancanza totale di una protezione sulla terrazza attorno il vecchio abbaino.

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