«I veicoli elettrici? Li ho messi in moto prima di Obama»

«I veicoli elettrici? Li ho messi in moto prima di Obama»

Non inquina e non fa rumore. Con un euro percorri 200 chilometri. È il carburante del futuro: l'energia elettrica. E Genova, città dei diritti e della cultura, del mare e dei vicoli, potrebbe candidarsi a divenire la città più ecocompatibile d'Italia e d'Europa. Esempio? In un capoluogo come la Superba, schiacciata fra le montagne e la costa, in cui la viabilità è impervia, trovare parcheggio impossibile, e così via, sarebbe bello poter «scalare» via Assarotti con una comoda ed elegante bicicletta elettrica, senza sforzo alcuno per le gambe. Scorrazzare liberamente per le ripide e strette strade di Castelletto o di Oregina con simpatici ecomotorini. O poter utilizzare le corsie gialle di via XX Settembre con silenziosissime e futuristiche automobili, che al pieno di benzina preferiscono quello di corrente. No, niente fantascienza. Tutto questo è in realtà, o meglio, in teoria, già possibile da tre anni. Da quando l'imprenditore genovese Walter Pilloni, presidente del gruppo Teknit e di Dreamcars, ha iniziato per primo ad importare in Italia dalla Cina veicoli elettrici, suscitando i sorrisi degli scettici E anticipando addirittura le idee del presidente americano barak Obama. Oggi Bollorè, Pininfarina, Mercedes Smart, Piaggio, si stanno muovendo sul mercato per promuovere i veicoli del futuro. Elettrici, appunto.
Non è stato forse un po’ troppo lungimirante nell'anticipare questo business, visto che tre anni fa nessuno credeva nei mezzi elettrici, mentre oggi il mercato rischia di essere presto cannibalizzato dalle grandi case?
«In realtà, a penalizzare lo sviluppo di questa nuova frontiera del trasporto urbano, almeno qui a Genova, è come al solito la miopia della politica, che non ha coraggio di investire nelle nuove tecnologie e nelle infrastrutture».
Nelle infrastrutture?
«Si, perché non tutti possono permettersi di ricaricare questi mezzi utilizzando la corrente del proprio box o della propria casa. La maggior parte degli scooter e delle auto che noi vorremmo commercializzare hanno bisogno di colonnine per la ricarica elettrica che dovrebbero sorgere per strada, come le stazioni di rifornimento dei veicoli tradizionali. Ma di colonnine a Genova non ce ne sono, e questo scoraggia una domanda potenzialmente molto alta. Noi abbiamo la capacità di soddisfare un bisogno reale. La gente sarebbe più felice di spendere meno soldi per la benzina, e di muoversi con mezzi silenziosi, comodi, quasi immuni da usura e manutenzioni. E la città ci guadagnerebbe abbattendo l'inquinamento atmosferico e acustico».
In che modo la politica può aiutarvi ad aiutare la città?
«Dovrebbe incentivare il ricorso all'acquisto di questi nuovi mezzi a impatto zero, promuovere la cultura della mobilità sostenibile cui noi stiamo concorrendo con il programma Ecomission. Dovrebbe investire, ad esempio, nella costruzione, per nulla dispendiosa, di colonnine per il “rifornimento” di energia».
È vero, ma Genova ha già tanti problemi, e in questo momento forse investire danaro pubblico in colonnine per veicoli elettrici non è una priorità nell'agenda delle Istituzioni locali.
«Vede, anzitutto occorre un grande salto culturale, per capire che non è impossibile sognare una città diversa, realmente ecosostenibile. In questo senso, anche il contributo dei mass media sarebbe fondamentale. Altre città sono già oltre, e hanno iniziato con poco. Amsterdam vanta 200 colonnine, ma anche in Italia molte città sono avanti. Firenze ha ben 140 colonnine, Roma addirittura una mappa per i possessori di veicoli elettrici con ben indicati tutti i punti di ricarica. Il Comune di Milano offre 1300 euro per la rottamazione di veicoli a motore e l'acquisto di nuovi veicoli elettrici. Firenze 700, Modena 500, la Regione Lazio 800. Genova, zero. Senza dimenticare che un veicolo elettrico, grazie alla legge 11 del 27.03.91, è esentato dal bollo, e grazie ad un accordo nazionale con le compagnie assicurative, paga la metà del costo delle polizze».
Ma sono poi così convenienti questi elettromezzi? Le prestazioni sono simili a quelle dei veicoli a benzina, diesel o ibridi?
«Ci stiamo avvicinando. Noi commercializziamo già mezzi che possono raggiungere i 90 km/h con un'autonomia di 70 km. Ma in Cina ho visto e sperimentato un’auto, simile ad una Mercedes classe S, che viaggia a 160 km/h, con un'autonomia di 400 km e tempi di ricarica di appena 15 minuti grazie ad un particolare sistema plug in. Anche il presidente Hu Jintao utilizza un auto con motore elettrico».
Ma voi, in che modo contribuireste in termini di investimento, oltre ad importare e a vendere questi veicoli di produzione cinese?
«Anzitutto, è per me motivo di orgoglio far sapere che noi non ci limitiamo ad importare e a commercializzare, ma siamo i produttori di questi mezzi in joint venture con il gruppo cinese Huary, che occupa più di 2000 addetti negli stabilimenti di Shangai, Jiangmen, Huanjian e Shenzhen. E i tecnici cinesi si avvalgono anche del know how trasferito lì dai nostri ingegneri. Parlando di investimenti, posso dire inoltre che abbiamo in cantiere l'idea di creare uno stabilimento anche qui a Genova, per l'assemblaggio degli stessi veicoli. Dunque, si tratta di una grande opportunità di nuova occupazione e di investimenti industriali e tecnologici per la nostra città. Per quanto riguarda le colonnine, saremmo disposti ad investire nella loro costruzione, magari utilizzandole anche come colonnine pubblicitarie o comunque lavorando in partnership con altri soggetti privati. Ma avremmo in ogni caso bisogno del supporto delle Istituzioni, soprattutto per snellire i procedimenti burocratici».
A quale partner pensa?
«Non lo so, siamo aperti a tutto e a tutti. Mi ha fatto molto piacere leggere recentemente un'intervista al dottor Garrone, patron di un colosso del petrolio, che lodava gli investimenti nella ricerca sulle fonti energetiche rinnovabili e alternative. È il futuro, anzi, il presente, e ancora non ce ne rendiamo conto. Se pensiamo che vicino Dubai sorgerà una nuova città artificiale, Masdar City, interamente ecosostenibile, e che lì hanno già richiesto i nostri prodotti e le nostre forniture. In particolar modo, oltre ai nostri motori elettrici, le speciali batterie al litio e a polimeri di litio - di cui al momento siamo gli unici importatori in Europa - più economiche e vantaggiose sotto tutti i punti di vista».
Come la mettiamo coi diritti umani dei partner cinesi?
«Il gruppo con il quale collaboriamo noi ha tutti gli standard di una società occidentale».


Prossime iniziative?
«Dopo aver venduto un nostro scooter elettrico, Ecodream, all'uomo che ha fatto il giro della Cina in moto, ne regaleremo un altro ad Alberto Scrivano del Grande Fratello, che parteciperà ad una cerimonia che stiamo organizzando presso la nostra sede di via Merano a Sestri Ponente a settembre. Sarà poi la volta del lancio di una nuova eco-city car, che costerà meno di 10mila euro e che, se tutto va bene, presenteremo al prossimo Motorshow di Milano».

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