I writers fanno beneficenza: graffiti all’asta contro la fame

La vendita verrà battuta da dj Ax Gli artisti: «No al vandalismo»

Per alcuni sono vere e proprie opere d’arte, per altri, invece, sono solo scarabocchi. Con «Write for food» i writers milanesi riusciranno, finalmente, a mettere tutti d’accordo. Per una notte infatti, i così detti «tag», «flop» e disegni vari realizzati con le bombolette spray saranno i protagonisti di un’iniziativa benefica organizzata dall’Associazione italiana writers (Aiw) - Tribù dell’Indice, con sede a Brugherio. Il 16 maggio prossimo presso la discoteca De Sade di via Valtellina a Milano, 25 opere realizzate da writers provenienti da tutta Italia verranno messe all’asta e il ricavato della serata verrà interamente devoluto a una fondazione benefica che da anni si occupa della distribuzione di generi alimentari per i più bisognosi. «Giunta alla seconda edizione l’iniziativa nasce dal concetto di strada che fa mangiare la strada - spiega Melo, art director e fondatore dell’Associazione italiana writers -. Per i writers la strada è quella della notte, dei colori spray, dell’impegno e della devozione per realizzare opere che si inseriscono in un movimento che ha quasi 40 anni di storia. Una strada che viene condivisa con chi, a volte per scelta a volte per necessità, ha trovato qui la sua casa e deve combattere ogni giorno con il freddo e con la fame». Insomma, anche i writers hanno un cuore e, nonostante tutto, sono ragazzi con la voglia di farsi notare, di emergere e, perché no, fare del bene.
Le opere messe all’asta vengono realizzate durante «6 writing session». «Per realizzare le tele sono necessarie dalle 4 alle 6 ore - spiega Melo - ma c’è anche chi ne usa 12. Inizia al mattino e finisce la sera». Per l’asta, che sarà battuta da D.J Ax coadiuvato da Enrico Silvestrin e Francesca Lodo la base è di 150 euro e l'obiettivo è di superare il tetto di 5 mila euro, cifra devoluta lo scorso anno all’Opera Pane Quotidiano.
«Con serate come questa vogliamo far conoscere a tutti la cultura del writing», continua Melo. Una cultura non facile da decifrare, però, perché anche all’interno della tribù dei graffittari si scoprono più scuole di pensiero. Da una parte c’è chi mira a diventare popolare nel mondo hip hop imbrattando ogni cosa capiti sotto tiro, muri, vagoni della metro, portoni, statue con firme stilizzate e a volte indecifrabili, i tag appunto. Dall’altra c’è chi, invece, vive il graffito in modo artistico. E allora il disegno con la bomboletta diventa qualcosa di più elaborato, che parte da un’idea, si sviluppa con il disegno e vive attraverso i colori spray per inserirsi in un contesto urbano ben definito. «Il writing è vandalismo allo stato puro - ammette Melo che ha da tempo appeso lo spray al chiodo -.

Per questo bisogna cercare di veicolarlo, insegnare ai bambini ad avere più rispetto delle cose e ai Comuni ad avere più fiducia in noi, magari concedendo degli spazi ad hoc dove disegnare».
Intanto, però il Comune nel 2007 ha speso circa 9 milioni di euro per la pulizia degli stabili cittadini ed è stato calcolato che nel 2008 ne verranno spesi 19.

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