Iacoucci celebra Tristano e il pubblico impazzisce

Adesso che ad Orvieto tutte le ribalte dell’Umbria Jazz invernale sono spente, è possibile, ripercorrendo qualche punto significativo delle «cinque giornate», ricavarne elementi che vadano oltre la cronaca. I concerti, comprese le gaie parate stradali, hanno sfiorato il centinaio. Sono troppi per evitare il rischio della somiglianza con l’edizione estiva, pur senza tornare all’iniziale vocazione orvietana del 1993, quella del laboratorio sperimentale. Ciò malgrado, è apparso evidente il desiderio di una cospicua minoranza del pubblico - che occorre tenersi molto cara - di approfondire un’autentica conoscenza del jazz. Lo prova la partecipazione numerosa e intensa al ricordo del grande Lennie Tristano, scomparso quasi trent’anni fa e ascoltato dal vivo in Italia una sola volta nel 1965: un tributo basato su una conferenza informativa sostenuta da un video e su tre splendide esecuzioni, in tre giorni diversi, della Suite for Lennie di Gerardo Iacoucci.

E poi ci sono gli applausi da stadio che hanno salutato i protagonisti del jazz italiano (assai più degli stranieri) in tutte le loro esibizioni. Tuttavia non pochi spettatori hanno obiettato: «Sono meravigliosi, non sono secondi a nessuno. Ma perché ci fanno ascoltare sempre gli stessi?».

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