Ibm aiuta le pmi a mettere ordine nei dati

Come affrontare il problema dei costi legato ai budget limitati

Il mondo delle informazioni è destinato a «esplodere». Due miliardi di persone saranno presenti nella rete Internet entro il 2011 (fonte «Worldwide Internet Users Top 1 Billion in 2005», Computer Industry Almanac); gli abbonamenti per contratti di telefonia mobile hanno raggiunto i 3,3 miliardi nel 2007 (fonte Reuters); le aziende americane di media grandezza con un massimo di mille dipendenti arriveranno a spendere circa 8 miliardi di dollari quest’anno per immagazzinare i dati e garantirne la sicurezza, con un aumento del 12% rispetto alla spesa affrontata l’anno scorso (Ami Partners Research 2008).
Anche le piccole e medie imprese, non più solo le grandi organizzazioni, hanno quindi l’esigenza di fare ordine nella mole di dati in cui navigano, per gestire le informazioni in modo sicuro ed efficace. «Il problema è che, a differenza delle grandi imprese, le pmi hanno risorse economiche più limitate», spiega Francesco Stronati, vicepresidente Systems and technology group di Ibm Italia - e in un momento di crisi come questo spesso sono abbandonate a loro stesse dai fornitori di soluzioni. Ibm, invece, non ha mai trascurato l’offerta di servizi a loro dedicata. A differenza dei competitor, che spesso attribuiscono a una politica di business una scelta che invece è dettata solo dalla necessità di concentrarsi su clienti che assicurino il massimo profitto e che abbiano un budget superiore da dedicare all'Information Technology». Ibm si è impegnata in questi ultimi anni a migliorare il servizio di migrazione a una nuova piattaforma per le pmi, riutilizzando e consolidando la struttura informatica esistente. L’obiettivo è stato portare alle pmi i vantaggi dell’ottimizzazione delle risorse It di cui godono le grandi aziende, fermo restando il budget limitato.
Continua Stronati: «Accompagniamo l’azienda, anche di medie e piccole dimensioni, nel processo di migrazione da una piattaforma all’altra, offrendo un programma di consulenza in fase di consolidamento della struttura, sia dal punto di vista delle macchine installate (hardware) che degli applicativi (software). Passando, per esempio, all’infrastruttura Power System - l’ex-AS400 per intenderci - l’azienda ha il vantaggio di poter gestire i dati in modo virtualizzato, senza la necessità che risiedano in un disco fisico (quello che noi chiamiamo cloud, “nuvola”), riuscendo anche a gestire e ridurre il consumo energetico (Energy management). Il tutto in modo dinamico senza che le modifiche apportate all’infrastruttura incidano sul lavoro degli utenti. Tutto questo finora era possibile solo per le grandi realtà, ora lo è anche per le piccole».

Sul fronte dei costi questo tipo di soluzioni Ibm richiedono un investimento iniziale superiore rispetto alle soluzioni «tradizionali» ma «nell’arco di qualche anno i costi legati alla gestione e alla proprietà del sistema si riducono drasticamente - conclude Stronati - in modo inversamente proporzionale al livello di controllo e sicurezza delle informazioni e automazione dei processi».

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