Ibm, maxi-investimento nell’ecologia

Il piano prevede di raddoppiare la capacità informatica degli elaboratori senza aumentare né i consumi né le emissioni di CO2

Investire oggi per risparmiare domani. Non è un paradosso ma la strategia «verde» di Ibm, il colosso mondiale dell’informatica. Con il suo «Project Big Green», Big Blue ha infatti da poco annunciato di voler destinare un miliardo di dollari l’anno mobilitando le risorse della compagnia, per rivoluzionare completamente il livello di efficienza energetica dell’informatica.
Si tratta di un piano di azione preciso che trasformerà i cervelloni centralizzati delle aziende in cervelloni «verdi». L’azione prevede lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi che ridurranno drasticamente la crescita del consumo energetico dei centri per la raccolta dei dati. Una trasformazione che riguarderà sia Ibm sia i clienti. I risparmi sono notevoli, basta fare qualche esempio: per un elaboratore dati di 25mila metri quadri, i clienti potranno risparmiare il 42% dell’energia utilizzata.
Nei soli Stati Uniti questo risparmio equivale a quasi 7.500 tonnellate di emissioni di carbone in meno l’anno. «La crisi energetica dei centri di elaborazione dati inibisce la crescita delle aziende nostri clienti che hanno bisogno di compiere grandi calcoli con computer potenti - ha affermato Antonietta Menga, responsabile della gestione dei servizi di infrastruttura di Ibm Italia -; molti elaboratori centrali hanno già raggiunto la piena capacità e questo limita la possibilità di un’azienda di crescere o di imporre nuovi investimenti di capitali. Oggi Ibm è in grado di condividere con i suoi clienti lo stesso piano di azione che utilizza per ristrutturare i propri computer centrali».
Ibm gestisce attualmente l’infrastruttura tecnologica commerciale più grande del mondo con più di 8 milioni di metri quadri di centrali di dati (In Italia sono seimila metri quadrati) distribuite in sei continenti. Adottando le stesse iniziative di efficienza energetica che offre ai suoi clienti, Ibm prevede nei prossimi tre anni di raddoppiare la capacità informatica dei suoi elaboratori senza aumentare i consumi energetici o le emissioni di anidride carbonica. Il risparmio, secondo i calcoli di Ibm, dovrebbe ammontare a più di 5 miliardi di kilowattora di energia l’anno. Un piano, quindi, concreto e coraggioso che rivoluzionerà il modo di lavorare. «I clienti sono alle prese con le innovazioni portate da sistemi aperti come Linux e da Internet - continua la manager - e noi li assisteremo nel navigare in questa nuova era legata all’efficienza energetica anche nell’uso dei computer. La soluzione alla crisi energetica non può essere ottenuta attraverso miglioramenti incrementali. Servono idee coraggiose e piani concreti per affrontare il problema».
Il progetto «Big Green» prevede un approccio al problema semplice, ma puntuale, per aumentare l’efficienza energetica.

Un piano strutturato in cinque fasi, che prevede una diagnosi e valutazione dell’intero sistema e dell’energia utilizzata; una gestione tridimensionale dell’energia elettrica e analisi termica; la pianificazione, costruzione e aggiornamento di un centro dati energeticamente efficiente; l’installazione di infrastrutture leggere, smaterializzate e l’utilizzo di processori specifici; la gestione del controllo dell’energia elettrica tramite un applicativo e infine l’utilizzo di soluzioni di raffreddamento con liquidi, all’interno e all’esterno del sistema. Ogni fase viene seguita e organizzata passo passo dal «Green team», una squadra specializzata composta da 850 specialisti in efficienza energetica.

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